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Iván Brefa, della Xarki:

"Le prossime settimane saranno decisive per il resto della stagione d'importazione degli avocado"

A partire dalla settimana 20, si prevede un aumento costante dei volumi di avocado peruviani. "Il Perù si è ripreso dai problemi meteo che lo scorso anno avevano causato una contrazione della produzione, e per questa stagione si stima un incremento del 35-40%", afferma Iván Brefa, della Xarki.

© Xarki

"Dopo la fornitura dei primi lotti dalla Sierra peruviana, che colmano il gap creatosi con la fine delle stagioni mediterranee, ora sono iniziate le esportazioni dalla zona costiera, da dove arriverà gran parte della frutta. In effetti, stiamo già iniziando a notare un aumento del volume", continua Iván.

"Nella settimana 19, siamo stati al mercato all'ingrosso MIN di Rungis e abbiamo constatato un'offerta molto ampia. In effetti, per alcuni calibri, soprattutto quelli tra 22 e 32, l'offerta supera già la domanda. Al momento, la gamma dei calibri più grandi, da 12 a 16, è leggermente inferiore, ma la situazione cambierà radicalmente con l'arrivo della frutta proveniente dalla costa, generalmente di calibro più grande. Prevedo un'omogeneità nelle pezzature entro la fine del mese, e il mercato potrebbe quindi saturarsi a partire dalla settimana 22. Le prossime settimane saranno cruciali per il resto della campagna e tutti gli operatori della filiera dovranno lavorare responsabilmente per evitare un calo irreversibile dei prezzi", afferma Iván.

© Xarki

"Inoltre, per mantenere stabile il consumo di avocado, è fondamentale assicurare una certa continuità nei prezzi, perché altri frutti presenti sul mercato potrebbero risultare più convenienti e allontanare i consumatori, se non riusciremo a rendere l'avocado un alimento regolare nella dieta quotidiana della popolazione", sottolinea Iván. "Per quanto riguarda i consumi, confidiamo che l'attuale aumento del turismo favorisca la domanda e che questo calo dei prezzi contribuisca a stimolare le vendite. Maggio e giugno, in particolare, si prestano perfettamente a campagne promozionali mirate".

"Siamo preoccupati per gli allarmi relativi alla presenza di cadmio negli avocado peruviani, nonostante i controlli approfonditi all'arrivo"
Secondo Iván, il Perù rappresenta attualmente circa l'80% della frutta importata, mentre il restante 20% proviene da Paesi come Sudafrica, Colombia, Brasile o Kenya.

"Per quanto riguarda i dazi sulle esportazioni verso gli Stati Uniti, che stiamo monitorando con attenzione, non ritengo avranno un impatto rilevante sul mercato europeo, dove i livelli di consumo restano piuttosto stabili. I produttori peruviani sono consapevoli che un aumento dell'offerta non porterà necessariamente benefici. Tuttavia, si percepisce una certa preoccupazione legata agli allarmi sulla presenza di cadmio negli avocado peruviani, soprattutto da parte della Francia", aggiunge Iván.

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"Alcuni clienti nutrono dei dubbi sul prodotto e ci chiedono delle analisi. Fortunatamente, tutti i controlli effettuati sulle nostre importazioni, siano essi interni o esterni, all'arrivo o alla partenza, sono esaustivi e stanno tranquillizzando gli acquirenti".

"Per quanto riguarda la qualità interna della frutta, sappiamo che alcuni fornitori hanno raccolto con forte anticipo, temendo un eccesso di offerta in questa stagione. La qualità dell'80-90% della frutta è davvero buona, ma ci sono stati problemi con una parte dei volumi, e questo sta incidendo sulle vendite e, cosa ancora peggiore, sta causando un ulteriore calo dei prezzi. È importante insistere sul fatto che le vendite dovrebbero avvenire quando le condizioni fisiologiche e organolettiche dei frutti sono adeguate. Se vogliamo che il consumo sia garantito per tutto l'anno, dobbiamo anche impegnarci a soddisfare le richieste dei consumatori durante tutto l'anno", spiega Iván.

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Kenya: "I vincoli logistici non dovrebbero compromettere la reputazione di un prodotto"
Sebbene i prezzi potrebbero risentire nelle prossime settimane dell'aumento dell'offerta peruviana, al momento gli avocado kenioti a basso prezzo hanno già messo a dura prova il mercato.

"Tuttavia, vorrei sottolineare che, per la mia esperienza, gli avocado kenioti non sono affatto un prodotto scadente. Presentano alcune criticità, probabilmente dovute al fatto che ricevono meno trattamenti, ma questo ha anche un risvolto positivo: si tratta di frutti naturali al 100%. Le difficoltà logistiche che affrontano, in particolare furti e sequestri avvenuti negli ultimi anni nel Canale di Suez, hanno spinto molte compagnie di navigazione a deviare verso l'Atlantico, con effetti negativi significativi. Ma non dobbiamo permettere che questi ostacoli logistici compromettano la reputazione di un prodotto, soprattutto quando questo ha una finestra commerciale molto interessante sul mercato d'importazione degli avocado", conclude Iván.

Per maggiori informazioni:
© XarkiXarki
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