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Massimiliano Forconi, direttore formato cash&carry di Carrefour Italia

"È fondamentale concentrarsi sull'assortimento dei prodotti e sulla comunicazione efficace"

"Nel 2024 l'Italia ha registrato vendite bio per circa 6,5 miliardi di euro. È importante sottolineare che l'Europa rappresenta il mercato principale per i prodotti biologici, offrendo all'Italia un'opportunità significativa per svolgere un ruolo di rilievo in questo settore", ha dichiarato Massimiliano Forconi (foto a lato), direttore formato Cash&Carry di Carrefour Italia, intervenendo alla sesta edizione di Rivoluzione Bio.

"Nel contesto del consumo fuori casa in Italia, il formato cash&carry rappresenta circa 300 milioni di euro all'interno di un consumo complessivo di 1,3 miliardi. Sebbene stia registrando una crescita costante anno dopo anno, questa quota rimane ancora relativamente bassa rispetto all'intero mercato", ha continuato Forconi.

Il cash&carry è un canale di distribuzione all'ingrosso che svolge un ruolo fondamentale nel fornire prodotti alimentari, inclusi quelli biologici, a ristoranti, bar, mense e altre attività del settore della ristorazione. "I nostri punti di forza principali sono convenienza, assortimento e qualità, con l'assortimento che riveste un ruolo fondamentale, poiché consente alla ristorazione di creare menù diversificati – ha spiegato Forconi – Tuttavia, ci sono dei rischi da considerare, in particolare riguardo ai prezzi. Sebbene i dati sui consumi fuori casa mostrino una crescita, questa è avvenuta in termini di valore e non di volume. Tale fenomeno è una conseguenza del periodo post-Covid, durante il quale l'inflazione ha avuto un impatto significativo, rappresentando una sfida comune sia per la ristorazione commerciale sia per quella collettiva".

Le sfide principali rimangono i costi elevati e la necessità di formare operatori Horeca e consumatori
"I prezzi dei prodotti premium sono mediamente più alti dei prezzi dei prodotti convenzionali. Per frutta e verdura si parla di un +20/30%. Altri rischi sono sicuramente la shelf life e i costi di produzione: una conservabilità del prodotto più breve richiede una gestione attenta delle scorte per evitare sprechi; i costi di produzione bio in media risultano del 30-50% più alti rispetto all'agricoltura convenzionale (fonte: FAO)", ha evidenziato Forconi.

C'è, inoltre, da considerare il grande tema della cultura del biologico. "Il settore del biologico ha registrato un'importante evoluzione negli ultimi anni, ma c'è ancora molto da fare. Non tutti i ristoratori e i consumatori sono consapevoli dei benefici dei prodotti bio o di come integrarli nei loro menù. La chiave sta nel creare una domanda solida, e la ristorazione può giocare un ruolo cruciale in questo processo. Differenziarsi utilizzando il biologico come elemento distintivo può stimolare la domanda e generare nuove esigenze. La comunicazione, soprattutto attraverso i social media, è fondamentale, poiché le tendenze e le richieste del mercato passano sempre più attraverso questi canali".

"Anche noi, come cash&carry, possiamo contribuire significativamente. Tendenzialmente approvvigioniamo il mondo della ristorazione in due modi: tramite l'acquisto diretto nei nostri punti vendita e attraverso il canale del food service delivery (FSD), che oggi rappresenta la principale fonte di approvvigionamento per la ristorazione. Entrambi questi canali offrono opportunità di divulgazione, informazione e formazione. Nel contesto del FSD, è fondamentale ricordare che è gestito da persone che interagiscono quotidianamente con il settore della ristorazione. Questi professionisti possono efficacemente veicolare messaggi e informazioni pertinenti, contribuendo così alla crescita e allo sviluppo del mercato del biologico".

Il mercato dei prodotti biologici nel consumo fuori casa è in forte espansione, guidato da tendenze come la sostenibilità, la salute e l'innovazione nel food service
Parallelamente ai rischi, emergono anche numerose opportunità, come la crescente consapevolezza dei consumatori riguardo al benessere e alla sostenibilità alimentare. "Questo interesse crescente rappresenta un elemento di attrattiva per il settore, supportato anche da normative sempre più attente a queste tematiche", ha concluso Forconi. "In questo contesto, il formato cash&carry può svolgere un ruolo significativo. È fondamentale concentrarsi sull'assortimento dei prodotti e sulla comunicazione efficace. Siamo pronti a collaborare con le associazioni di settore per promuovere iniziative e contribuire attivamente a questa evoluzione".

Entro il 2025, si stima un fatturato bio nel cash&carry italiano di 400 milioni di euro (+43% rispetto al 2023). Nel cash&carry in Europa, la quota bio negli assortimenti raggiungerà il 15-18% entro il 2027.