Una campagna difficile per gli esportatori di agrumi egiziani, secondo Muhammad Shaker, export manager di Almansi, che conferma le preoccupazioni espresse da diversi esportatori egiziani all'inizio dell'annata.

"Attualmente stiamo assistendo a un calo della domanda rispetto allo stesso periodo della scorsa stagione, in particolare in Europa. Il motivo è che siamo a corto di frutti di grandi calibri – afferma l'esportatore – A rendere la situazione ancora più complicata è il fatto che i prezzi delle arance in Egitto siano aumentati, superando addirittura la fascia di prezzo di molti mercati di destinazione".
Ricordiamo che lo scorso novembre il governo egiziano ha deciso di tagliare i sussidi alle esportazioni agricole, riducendoli dall'8-10 al 2,5%, a seconda del prodotto. Secondo diverse fonti dell'industria agrumicola, ci si aspettava che questo si traducesse in un aumento dei prezzi e in una riduzione dei volumi di esportazione. Ciò ha coinciso con un calo del volume di arance prodotte in questa stagione, una carenza di grossi calibri e la crisi in corso nel Mar Rosso.
Shaker continua: "Anche nel mercato dell'Asia orientale la domanda è deludente. Tuttavia, la richiesta è stata forte all'inizio della stagione in alcuni mercati come il Bangladesh e il Brasile per le arance, la Russia per i mandarini o il Brasile e l'Argentina per i limoni".

"Ci aspettiamo che la campagna si riattivi con una forte domanda dall'India nel prossimo periodo, a condizione che i nostri prezzi siano accettabili rispetto a quelli indiani", spera l'esportatore. Secondo Shaker, l'aumento delle quotazioni in Egitto colpisce soprattutto gli esportatori e meno i coltivatori e le grandi aziende, che possono permettersi prezzi competitivi.
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