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Voce alla GDO con "Parole d'ortofrutta" di Giancarlo Amitrano

Da grande vorrei fare il buyer ortofrutta

Tra un Buon Natale e un Felice anno nuovo, ho ricevuto un invito non velato a scrivere una sorta di vademecum per aspiranti buyer ortofrutta.

Il primo pensiero che mi si palesa è che un vademecum sia difficilmente redigibile specie da chi, come il sottoscritto, buyer lo è diventato casualmente, passando tra aspirazioni di avvocatura affogate nella costante ricerca di vento ed onde e vita da mercato generale notturno, mal conciliantesi con la famiglia.

Però, relegando la casualità nelle carriere alla normale aleatorietà della vita, provo a verificare alcuni elementi chiave per chi volesse giocare di programmazione.

Se pensiamo alla figura storica del buyer ortofrutta presente in gran parte della GDO nazionale fino a circa il 2012, due erano le tipologie di CV che andavano per la maggiore: ex produttore agricolo passato dall'altra parte della barricata sfruttando le conoscenze acquisite sul campo, oppure capo reparto di punto vendita, con conoscenza quindi sia del prodotto sia delle dinamiche di flusso merci proprie della distribuzione.

In anni più recenti, si sono aggiunte poi tre altre casistiche di 'profili' tra le tipologie predilette dalle risorse umane: agronomi, figure commerciali di aziende dedite al settore ortofrutticolo, buyer di altri reparti per job rotation interna.

Aggiungerei infine che spesso i recruiters sondano la compresenza nel CV di due fattori non propriamente simbiotici: una laurea di indirizzo non specificato e una conoscenza pregressa del mondo ortofrutticolo.

Non mi risulta essere tra i requisiti prediletti in fase di selezione e ricerca una generica provenienza da ruoli in ambito commerciale, forse per la stessa difficoltà - cui ho in passato accennato proprio su questa rivista - che un buyer ortofrutta trova nella sua carriera a riciclarsi in settori diversi: anche nel mondo acquisti vige forse il controverso principio della separazione delle carriere?

A tutto ciò occorre aggiungere che spesso giocano in fase di selezione alcune difficoltà non dichiarate né dichiarabili a "digerire" la troppa competenza, le malcelate velleità di carriera, la paura del confronto.

Ricordo un aneddoto personale in questo senso che il mio primo capo ufficio, ora pensionato e amico fraterno, mi raccontò solo dopo un decennio dalla mia assunzione: a fine colloquio il capo del personale lo prese in privato e gli chiese Sei sicuro di questo candidato? Ha competenze per metterti in difficoltà in un prossimo futuro! E lui, da illuminato qual era, rispose: Per questo ne sono sicuro! Oltre al fatto che probabilmente già pregustava l'alleggerimento delle mansioni...!

Ultimo ma non ultimo, anzi "last but not least" visto l'argomento, segnalerei che una conoscenza di livello medio della lingua inglese non sarebbe da trascurare tra le voci da inserire in CV, visto che sempre più spesso un buyer ortofrutta moderno deve confrontarsi e negoziare con aziende internazionali.

Per completare questo scritto di inizio anno, vorrei ricordare come spesso la casualità delle circostanze insondabili della vita gioca a pari livello con la forza di volontà, per cui le ricettazioni come sempre vanno bene solo fin quando non si mettono le mani in pasta e l'ispirazione dell'attimo rompe gli indugi, portando a risultati insperati.

Ben venga la programmazione purché ben dosata dalla sana capacità di farsi trasportare dalla corrente!
Auguri di un felice 2024.

Giancarlo Amitrano
responsabile ufficio acquisti ortofrutta
catena Cedigros

(Rubrica num. 33)

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