"Siamo di fronte a un anno complicato. Nel 2020, il Covid-19 aveva causato un crollo ovvio e naturale del clima di fiducia dei consumatori in tutta Europa. Nel 2021, grazie alla campagna vaccinale e al ritorno al fuori casa, si è tornati quasi subito a livelli di fiducia medi, abbastanza simili a quelli pre-pandemia. Successivamente, le tensioni geopolitiche, la guerra e l'inflazione galoppante hanno creato uno scenario poco prevedibile. Di conseguenza, nel 2022 si sono toccati livelli di fiducia in Europa più negativi rispetto ai periodi peggiori legati al Covid-19. Questo ci fa capire che il consumatore è fortemente sfiduciato e che sta ritrovando molto lentamente fiducia nel futuro. Una determinate è data dalle aspettative negative di reddito".
Ha iniziato così la sua presentazione Marco Pellizzoni, direttore commerciale di Consumer Panel Italy GfK, durante il webinar dal titolo "Freschissimi: un comparto strategico per la spesa degli italiani", tenutosi ieri mattina, 16 novembre 2023.

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"La crescita a valore dei beni di largo consumo è legata all'inflazione: gli shopper cercano di mantenere stabile l'importo dello scontrino, aumentando di conseguenza la frequenza d'acquisto. Quest'ultima è legata ai prodotti freschi a peso variabile, che deperendo più facilmente, necessitano di un approccio all'acquisto su base giornaliera - ha continuato Pellizzoni - Discount e drugstore continuano a crescere in penetrazione. L'online che, fino a dopo il Covid ha avuto tassi di crescita arrivati addirittura a tripla cifra, quest'anno mostra una battuta d'arresto molto importante".
Pellizzoni ha sottolineato come "il consumatore italiano resti in equilibrio tra la ricerca di qualità, attenzione all'origine e all'italianità/regionalità, innovazione intesa anche nel packaging (fattore molto importante nel fresco a peso variabile), ma soprattutto attenzione ai prezzi, che sono ai massimi storici negli ultimi 15 anni, in base ai nostri monitoraggi".
Rimangono positivi i trend legati al benessere, ma soffre il biologico. "Nell'arco degli ultimi 4 anni, i dati relativi alla penetrazione e alla spesa media familiare sono comunque altissimi. Il 94% delle famiglie italiane acquista almeno una volta un prodotto bio, spendendo circa 64 euro all'anno", ha evidenziato il direttore commerciale di Consumer Panel Italy GfK. "Il biologico si è imposto in diverse categorie del fresco a peso variabile. Il dato più evidente è quello relativo alla frutta: 47,1% di penetrazione, per una spesa media di 42 euro all'anno".

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L'attenzione alla sostenibilità è un ulteriore fattore determinante per i freschi e per i confezionati, che i retailer devono tenere presente per il futuro. "Se nel 2022, rispetto all'anno precedente, abbiamo registrato un calo del 3% degli eco-attivi italiani, ovvero quelle famiglie attente alla sostenibilità su base giornaliera, quest'anno il dato è in crescita del 4%, forse legato ai cambiamenti climatici, nonostante i rincari", ha spiegato Pellizzoni. "La sostenibilità nel fresco è fondamentale, in quanto i volumi che genera la categoria non li fa nessun'altra nel largo consumo. Ma il concetto di sostenibilità non è legato solo alla plastica, come qualche anno fa. Nel mondo solo il 10% (9,6% in Italia) dei consumatori ritiene che la plastica sia la principale preoccupazione. Il riscaldamento globale e la carenza idrica sono rispettivamente al primo e al secondo posto, con il 19% (25,1% in Italia) e 12% (10,9% in Italia)".
I freschi a peso variabile sono la categoria più importante nel carrello delle famiglie italiane
"I freschi a peso variabile rappresentano la categoria più importante per un punto vendita, perché occupano la maggior parte dello scontrino e del carrello delle famiglie italiane - ha sottolineato Pellizzoni - Il 30% del valore del carrello di beni di largo consumo è costituito, infatti, da prodotti freschi a peso variabile. Carne e ortofrutta la fanno da padroni".

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Se la carne detiene i livelli più alti di spesa media, con circa 400 euro all'anno (dato aggiornato a settembre 2023), la stessa carne, l'ortofrutta e il pane hanno frequenze di acquisto molto elevate. "Tutte queste categorie a peso variabile superano di gran lunga: il 50% di famiglie italiane che le acquistano; i 30 atti di acquisto all'anno".
La multicanalità, una regola per lo shopper italiano quando va a fare la spesa, svolge un ruolo rilevante nel mondo dei freschi a peso variabile. "Negli ultimi anni, si è assistito a un calo deciso sia del libero servizio, sia degli specializzati e dei mercati aperti e chiusi. Il supermercato resta il canale preferito, ma i discount registrano una maggiore penetrazione. Attenzione a non pensare al discount come il canale che vende prodotti confezionati a basso prezzo. E' sempre più alta la quota di prodotti a peso variabile, freschi e di qualità - ha evidenziato Pellizzoni - Per quanto riguarda la frutta a peso variabile, ad esempio, si confermano questi dati".

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Infine, Pellizzoni ha indicato come "per costruire fedeltà all'insegna, il fresco a peso variabile sia una sfida fondamentale. Costituisce, infatti, l'opportunità più grande a valore per le top insegne, con in testa carne e ortofrutta. In categorie come l'ortofrutta a peso variabile, anche la Denominazione di origine protetta svolge un ruolo importantissimo: il 60,1% degli shopper acquista almeno una volta un frutto Dop e il 52,7% compra una verdura Dop (dati settembre 2023)".
Per maggiori informazioni:
www.gfk-cps.com
LinkedIn: consumer-panel-services-gfk/mycompany