"Il mese di agosto 2023 è stato contraddistinto da una produzione di angurie regolare, a fronte di un mercato che non ha saputo rispondere adeguatamente. Infatti i consumi, le richieste e le quotazioni sono tutti diminuiti. Rispetto agli altri anni, il periodo di ferragosto (15 agosto, ndr) non è stato così entusiasmante, con consumi in flessione in tutta Europa, mentre in Italia la situazione si mantiene ancora stabile". A dichiararlo è Alberto Nocera, presidente dell'azienda Agrieuropa con sede a Terracina (Latina).
"Veniamo da un mese di luglio segnato da volumi produttivi carenti, in contrapposizione a un mercato molto vivace, caratterizzato da una domanda elevata e quotazioni alte. Purtroppo, l'andamento climatico di luglio non ha giovato alla produzione: infatti alcune grandinate a inizio luglio hanno danneggiato la produzione, con volumi produttivi in calo nelle ultime due settimane del mese. Ci siamo così ritrovati, proprio nel momento in cui la richiesta era vivace e il mercato remunerativo, con volumi ridotti del 60%. Poi, ad agosto, quando la situazione produttiva si è regolarizzata, il mercato non ha risposto come speravamo".
Agrieuropa, per questa campagna, ha mantenuto la stessa programmazione dello scorso anno, con circa 400 ettari tra pieno campo e superfici coperte.
"Oltretutto, il vero problema che abbiamo riscontrato quest'anno è stata la produzione - afferma con preoccupazione Nocera - Abbiamo infatti registrato rese inferiori per ettaro, circa il 50% in meno; invece di raccogliere 80 tonnellate per ettaro, ne raccogliamo 35/40. Il motivo di questo calo produttivo è da attribuirsi sicuramente all'andamento climatico anomalo, ma a mio avviso anche le varietà nuove, molto richieste dal mercato, non garantiscono gli stessi volumi delle tipologie tradizionali".
"Proseguiremo la campagna angurie fino a metà settembre, ma in quest'ultima parte della campagna la nostra preoccupazione resta comunque la resa per ettaro - dice in conclusione Nocera - Credo che per il prossimo anno ridurremmo i trapianti di agosto di almeno il 30%, proprio perché in questi ultimi anni il mercato non ha risposto bene. In generale, poi, nella speranza di ottenere in futuro una produzione abbondante e regolare, abbiamo in mente di trapiantare almeno un 50% di varietà tradizionali, accanto a quelle nuove" .
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