Sembra solo ieri che fioccavano critiche da tutti i fronti per i prezzi al tracollo sui meloni siciliani, per la mancata giusta remunerazione da riconoscere alla base produttiva, sul ruolo della GDO in questi frangenti e sulla sua cinica natura speculativa, senza alcun cenno alla spinta al ritiro che i fornitori facevano unitamente a offerte al ribasso pur di fare volumi.
Ed è oggi che, al salire vertiginoso dei prezzi sulla medesima referenza (più del doppio in meno di 48 ore…! neanche fossimo a Wall Street) mi aggiro sui siti più blasonati in tema di ortofrutta per leggere e ritrovare i medesimi strali lanciati pochi giorni fa, con dito accusatore ben puntato e caricato, ma verso nuovi presunti imputati (vige il principio di non colpevolezza e pur essendo un avvocato mancato, alcune regole base mi sono entrate nel profondo).
Non trovando nulla che accenni al medesimo problema in senso opposto, mi assumo la responsabilità di sollevare il quesito se i dubbi appena affrontati la settimana scorsa siano riproponibili oggi con le carte in tavola rimescolate.
Forse che il mondo dell'ortofrutta sia per sua natura volatile e volubile all'ennesima potenza è una caratteristica da far assurgere a connotato incontrovertibile e ineluttabile?
E forse ai suoi stessi attori questa volatilità e volubilità piace a tal punto da ritenerla necessaria per operare sul mercato, sfruttandone tutte le possibilità che offre?

Mi chiedo, perché spesso e volentieri mi viene sollevata l'obiezione della necessità di programmare le singole campagne in produzione come prerequisito per tutelare entrambe le parti ed evitare che l'agricoltore continui a essere la parte debole del rapporto, se questa stessa programmazione e gestione di un prezzo fisso pre-accordato mi tutelerebbe oggi verso il listino impazzito e i volumi mancanti?
Mi chiedo se la settimana passata avessi remunerato il melone € 1,20 kg, o giù di lì, oggi potrei continuare a pagarlo lo stesso prezzo, o giù di lì, senza dovermi preoccupare dei volumi?
La mia personale risposta è NO e invito chiunque sia solito gestire il prodotto con un prezzo medio di campagna a segnalarmi il contrario.
Il cambio della situazione di mercato attuale è dovuta a più fattori, quali: termine degli esuberi di produzione per il sovrapporsi e concentrarsi di più trapianti nell'areale siciliano, concomitante fine produzione nello stesso areale, leggero ritardo nelle raccolte sugli areali successivi quali il mantovano e Battipaglia, attesa per la partenza del Lazio intorno a metà giugno.
A questo punto a che pro l'arringa di oggi? Solo per dire che probabilmente non c'è nulla di nuovo da segnalare sul fronte ortofrutta e che l'intrinseca affascinante bellezza di questo settore sta proprio nella sua quotidiana mutevolezza e nella capacità di saperne cogliere alcuni sintomi, tutti è impossibile, con quanto più anticipo si riesca, per incamerare oggi quel piccolo vantaggio che domani potrebbe essere pareggio o perdita. Insomma: capacità di adattamento, trasformismo e reattività, ma con la coerenza di ammetterlo.
Giancarlo Amitrano
responsabile ufficio acquisti ortofrutta
catena Cedigros
(Rubrica num. 17)