I Limoni IGP di Rocca Imperiale a marchio Limoré sono ormai conosciuti non solo in Italia, ma soprattutto in Europa. A renderli distinguibili rispetto a quelli della concorrenza non sono soltanto le caratteristiche qualitative dei frutti, ma soprattutto il prezzo di vendita sui bancali.
"A nessun potenziale cliente piace pagare un prodotto di più, quando potrebbe pagarlo di meno. Quando parliamo di Limoré, invece, il prezzo di vendita non sembra una barriera all'acquisto per buyer e consumatori, poiché abbiamo dimostrato sin da subito il valore che c'è dietro (e dentro) questo limone. La resa in succo superiore al 40%, la percentuale di limonene pari al 75% e l'intenso profumo della buccia edibile ci permettono di vendere a prezzi maggiorati del 20-25% rispetto a quelli applicati dai principali competitor". A parlare è Pietro Buongiorno, amministratore unico del Consorzio di Produttori di Limoni Associati, una realtà imprenditoriale nata da meno di 4 anni, ma già presente in diverse catene di supermercati nazionali ed europei.
Il difficile contesto socio-economico sembra incidere sulla campagna. "Sappiamo di non essere competitivi, specie in un periodo storico in cui si cerca di risparmiare sulla spesa alimentare. L'incertezza si fa sentire, ma, rispetto alla passata stagione, la domanda è più spinta, specie da parte dei clienti esteri, i quali assorbono buona parte della nostra produzione. I nostri limoni partono dallo stabilimento di lavorazione in Calabria e giungono sino in Gran Bretagna, Francia, Svizzera, ma anche nei Paesi Bassi, in Germania e Belgio. La nuova Linea Premium, disponibile da 5-9 kg e in pratiche confezioni da 2 e 4 frutti, ci ha permesso di differenziarci ancora più dalla concorrenza, con limoni che vengono confezionati e spediti il giorno stesso della raccolta. Qualità che il consumatore è disposto a pagare a un prezzo superiore, compiacendosi di aver acquistato un prodotto certificato e controllato lungo tutta la filiera".
La campagna limonicola marchiata Limorè è al 70% di prodotto raccolto. Un'annata caratterizzata da luci ma da tante ombre, sia per le ragioni climatiche sia per quelle commerciali. "Il clima - riprende il manager - ha posticipato di parecchio l'inizio della campagna, facendo accumulare prodotto di calibro elevato in un periodo concentrato. Complice la crisi economica, c'è però una forte richiesta di pezzature piccole (calibri IV e V), merce che non riusciamo ad assicurare fino al termine della stagione, previsto per la fine di maggio".
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Consorzio Produttori di Limoni Associati
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