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Agrumicoltura, ridotta la produzione del 25-30 per cento

"La campagna delle arance italiane è caratterizzata da una produzione quantitativamente limitata e da un mercato fluido, con prezzi all'origine in aumento". Sono questi i principali elementi che emergono da una ricognizione realizzata da ISMEA (clicca qui per accedere al rapporto) relativamente alla prima parte della campagna produttiva e commerciale delle arance.

(Clicca qui per leggere il report ISMEA)

"Una prima stima - recita lo studio - indica per il 2022/23 una produzione di arance di circa 1,3 milioni di tonnellate, con una riduzione del raccolto compresa tra il 25 e il 30% rispetto all'anno precedente. Oltre alla congiuntura sfavorevole in termini produttivi, il settore agrumicolo nazionale è penalizzato fortemente dai limiti insiti nella propria struttura. L'agrumicoltura è una realtà a forte connotazione mediterranea e vi sono coinvolte specifiche zone del Sud Italia. La filiera produttiva, infatti, è concentrata in pochi contesti geografici, con i due terzi delle arance prodotte in tre aree del Meridione: a Catania si concentra circa un terzo della produzione nazionale, a Siracusa circa un quinto e nella provincia di Reggio Calabria il 10%".

"A livello di produzione - si legge ancora nel rapporto - l'eccessiva frammentazione della maglia poderale (la dimensione media delle aziende agrumicole è di 3 ettari) e la persistenza di impianti poco moderni e razionali determinano una minore produttività, una scarsa resistenza alle fitopatie (in particolare al virus della Tristeza) e un calendario di raccolta più breve rispetto ai nostri diretti competitor spagnoli. Dal punto di vista commerciale, permane la scarsa propensione degli agricoltori ad associarsi in cooperative e OP che, seppur numerose, rimangono di dimensioni economiche medio-piccole e ciò rende difficile realizzare politiche economiche settoriali efficaci".

"La Sicilia è la prima regione per superficie investita ad arance, con circa i due terzi del totale nazionale. Rispetto al 2021, si registra una flessione di circa 1.500 ettari della superficie in produzione, con i maggiori cali nelle province di Catania (-1.000 ettari in produzione rispetto al 2021) e Agrigento (-500 ettari). La Calabria è la seconda regione italiana per superficie in produzione (circa il 21% del totale nazionale) e mostra un incremento del potenziale produttivo rispetto al dato medio dell'ultimo triennio, riconducibile per lo più alla dinamica della provincia di Catanzaro. A seguire si colloca la Puglia, con circa il 5% della superficie nazionale investita ad arance. Rispetto al 2021, questa regione evidenzia un aumento degli investimenti di circa 500 ettari, concentrati per lo più nella provincia di Taranto".

"La campagna 2022/23 registra prezzi all'origine superiori sia su base annua sia triennale per la varietà Moro a Catania, per il Tarocco Gallo a Siracusa, per il Tarocco comune a Catania, per il Washington Navel ad Agrigento, mentre il Tarocco nucellare a Catania ha quotazioni stabili rispetto alla campagna precedente, ma più alte in confronto al prezzo medio delle ultime tre campagne".

"In un contesto generale caratterizzato da un'ondata inflattiva, in Italia gli acquisti di arance delle famiglie sembrano particolarmente penalizzati dall'offerta limitata e dai rincari. In particolare, nella prima parte dell'attuale campagna commerciale - tra ottobre 2022 e gennaio 2023 - gli acquisti al dettaglio di arance confezionate nei punti vendita della Grande Distribuzione registrano una consistente contrazione. Infatti, nel periodo in esame, gli acquisti hanno sfiorato quota 75 milioni di kg (fonte ISMEA e Nielsen IQ), registrando un calo dei volumi del 5,8% su base annua, a fronte di una forte crescita del prezzo medio al dettaglio (+8% su base annua) determinata, oltre che dall'aumento dei costi di produzione e distribuzione, anche dalla minore disponibilità dell'offerta di prodotto nazionale".