In un recente studio scientifico (clicca qui per il testo originale) viene affrontato il problema della filiera estera dello zenzero. A tal proposito, interviene Massimo Longo presidente del Consorzio Zenzero italiano. "Lo studio è molto interessante - esordisce Longo - e affronta un argomento sicuramente da approfondire".
"Lo studio - entra nel merito il presidente - pone alcuni quesiti sulla linea di approvvigionamento dello zenzero (in particolare quello da industria) dichiarando che si tratta di un prodotto ad alto rischio di frode alimentare, con tutto ciò che ne consegue. Senza entrare nel merito della ricerca, che sicuramente avrà attinto a fonti affidabili, la considerazione che faccio è molto semplice".
Foto d'archivio
"Lo scorso anno, durante un'intervista di Manuela Soressi de IlSole24Ore, ho appreso con un certo stupore che esistono già circa 450 diversi prodotti in vendita presso la GDO a base di zenzero: stiamo comunque parlando di un prodotto che è stato inserito già da qualche anno nel paniere Istat dei consumi. La domanda che mi pongo è questa: ma la sicurezza alimentare, il prodotto di filiera, la qualità, costano cari solo a noi? Lungi da me l'idea di creare falsi allarmismi: noi stessi vediamo che, per quanto riguarda lo zenzero fresco di importazione, esistono produzioni di alta qualità già da anni in vendita presso la distribuzione organizzata (lo zenzero del Perù è un esempio). Il mondo del prodotto trasformato tuttavia ci sembra un po' più nebuloso, e in particolare il primo elemento che ci fa pensare è il prezzo. Va bene l'economia di scala, ma come fa un prodotto che attraversa il globo e viene rimaneggiato più volte a costare solo un quinto del nostro?".
Aggiunge Longo: "Ad oggi abbiamo avviato delle collaborazioni con aziende del settore che hanno dimostrato di apprezzare molto il nostro zenzero, sia per la qualità e i caratteri organolettici, sia per la filiera controllata e garantita. Ma l'inserimento nel mercato rappresenta una nicchia destinata alle aziende alimentari lungimiranti, che hanno un particolare focus sul prodotto italiano di qualità e sulla sicurezza alimentare. E tutto il resto? Noi non utilizziamo energia per produrre, anzi: abbiamo realizzato i nostri impianti in contesti green e ecosostenibili. Le nostre spese sono parametrate a quelle dell'agricoltura in Italia, con relativi costi di manodopera che sicuramente saranno più alti di quelli cinesi o asiatici, ma non così spropositati".
E conclude: "La qualità, le certificazioni, la filiera hanno certamente un costo, e di sicuro in questa fase di sviluppo stiamo facendo molti più investimenti che ottenere marginalità. Mi auguro che la "sovranità alimentare" non resti un concetto astratto, ma che il nuovo Ministero affronti con serietà e con approccio scientifico questi aspetti, esattamente come lo studio citato nell'articolo. Il progetto zenzero italiano ha già creato nuove interessanti opportunità in agricoltura e nuovi posti di lavoro. Ad oggi, tuttavia, il progetto Zenzero Italiano conta soltanto dell'appoggio delle aziende che hanno investito i propri capitali vedendo in questa opportunità un progetto di valore".