"Il kiwi verde non lo propongo più, in vendita, perché i miei clienti non lo vogliono. Il giallo va bene, il rosso va benissimo". E' la considerazione del proprietario di un negozio di frutta e verdura della provincia di Ravenna, che non vuole generalizzare, ovviamente, ma solo portare il proprio esempio.
"I miei clienti sono consumatori normali, attenti alla qualità organolettica e alla freschezza: infatti buona parte delle frutta e verdura sono di mia produzione. Integro quello che mi manca acquistando o da agricoltori della zona o al mercato all'ingrosso. E l'esempio del kiwi è emblematico".
"Già da diverse settimane, il kiwi rosso è sullo scaffale a 11 euro; ciononostante, le vendite sono sostenute. Chi lo ha comprato una prima volta, magari anche un po' titubante per via del prezzo, poi è tornato a riacquistarlo. Lo considera come un dessert e, in quest'ottica, risparmia pure: una torna artigianale, un vassoio di pasticcini, il gelato artigianale costano molto di più, ad esempio. Se un kg di kiwi rosso costa 11 euro ed è buono come un dessert, è giusto preferirlo a un kg di torta che costa 30 euro al kg ed è meno salutistica".
Il negoziante/agricoltore ha anche kiwi giallo con prezzo variabile oltre i 5 euro/kg e, pure in questo caso, le vendite sono discrete come quantitativi.
"Altro discorso per il kiwi verde tradizionale. L'avevo proposto in vendita a 2 euro/kg, poi anche a 1,50, ma non è apprezzato. Il gusto acidulo e il fatto che non è sempre facile trovare quello davvero buono scoraggiano il consumatore, che si trova ogni volta davanti a una roulette russa: sarà buono oppure no? Invece con il giallo e il rosso non si sbaglia praticamente mai", conclude.