Di ritorno da un recente viaggio in Spagna, presso alcune delle realtà produttive più importanti nel settore degli agrumi, il dott. agronomo Francesco Perri, consulente e Citrus specialist, riferisce FreshPlaza circa l'attuale situazione di clementine e mandarini: "Ho girato molto sia in Andalusia sia nella zona di Valencia. Le superfici agrumicole spagnole sono, come noto, estremamente ampie: possiamo parlare di 1000 km da Tarragona fino a Huelva, un'estensione su cui gli impianti godono di notevoli differenze in termini di terreni e microclimi, ottenendo così diverse finestre produttive e commerciali. In particolare, in Andalusia l'ambiente è molto vocato per le varietà tardive, in quanto non soggetto a gelate, con terreni idonei alla coltivazione e grande disponibilità di buona acqua".
In visita a Huelva, da sinistra a destra: Paco Albuixech Navalon, direttore di produzione della Bollo International Fruits (Spagna), Francesco Perri (al centro), insieme all'agronomo Patricia Gomez Dominguez.
In questa zona meridionale della Spagna, come in altre, secondo quanto riferito da Perri, è esplosa già da tempo una nuova agrumicoltura: essa prevede l'investimento in nuove varietà brevettate, che hanno consentito un forte ampliamento della stagione produttiva e commerciale.
Mandarino Gold Nugget: piante di oltre 20 anni coltivate a Huelva
Ciò è molto evidente nel confronto tra la Spagna e l'Italia: "Possiamo dire - spiega l'esperto - che la stagione delle clementine e dei mandarini si articoli, come un'opera teatrale, in due atti. Il primo va da metà settembre a gennaio con le cultivar super precoci e medie. In Spagna, questa prima parte della stagione è andata bene fino a inizio novembre, mentre da quel momento in poi, e fino a metà gennaio, il mercato è stato notevolmente in sofferenza a causa del picco di produzione".
Mandarino Nadorcott coltivato a Crispiano (TA) - Italia
"La seconda fase comincia a metà gennaio e va avanti fino a tutto aprile. Purtroppo - sottolinea Perri amaramente - questo secondo atto dell'opera non esiste, qui da noi in Italia (tranne piccole quantità di mandarino Nadorcott e Tango). In quel periodo, infatti, lo spettacolo è già finito, e il sipario è calato sulle clementine italiane. Loro invece dispongono di vastissime superfici coltivate con varietà brevettate di mandarini quali Nadorcott, Orri, Tango, Gold Nugget..."
Quest'anno, in Spagna, secondo Perri, il prezzo d'acquisto dei mandarini nella seconda fase della campagna, sebbene diminuito rispetto a un anno fa, si aggira comunque su livelli alti: "Parliamo di prezzi in campagna sulla pianta intorno a € 0,60/0,80 al kg, una quotazione di tutto rispetto. Grazie all'innovazione varietale, infatti, il prodotto spagnolo viene esportato verso svariate destinazioni, tra cui Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Francia, Belgio, Germania, Paesi Bassi, Italia. Sono partite anche le prime spedizioni verso la Cina".
L'Italia è completamente assente dagli scaffali! Qui siamo in un supermarket di Oxford e gli agrumi in vendita sono di totale provenienza Spagna e Marocco. Foto più sopra: particolare di ciò che si trova in un punto vendita a Oxford
"Il problema del settore clementine e mandarini, in Italia, sta nel fatto che circa il 90% delle cultivar è costituito da quelle tradizionali, non soggette a privativa vegetale e quindi povere da un punto di vista del ritorno commerciale. In Spagna, invece, specie in Andalusia, possiamo ipotizzare un 80/90% di incidenza delle varietà brevettate. Ecco dunque che il secondo atto della campagna agrumicola diventa cruciale. Gli Spagnoli riescono a realizzare grandi fatturati per un arco di tempo in cui non incontrano granché concorrenza".
Nuovi impianti di agrumi vengono realizzati annualmente da Tarragona a Huelva, lungo circa 1000 Km di territorio!
Il giro d'affari è impressionante, come riferisce Perri: "I volumi movimentati e i fatturati sono di dimensioni incredibili. Esistono singole imprese che movimentano centinaia di migliaia di quintali anche solo di una singola varietà brevettata! I fatturati si contano in centinaia di milioni di euro".
"Una situazione ben lontana da quella vissuta in Italia, pensiamo alla stagione italiana 2018/19 del clementine, per esempio, in cui hanno predominato frustrazione, impotenza, senso di abbandono e di disperazione, e che oggi lascia la maggior parte delle organizzazioni di produttori con fatturati assolutamente non in linea con le previsioni".
Uscire da questa fase di stallo non è semplice; anche perché, nel frattempo, l'agricoltura stessa sta evolvendo e sta entrando in una nuova era: quella cosiddetta della "Smart Agriculture". Cioè un'agricoltura non solo sostenibile e resiliente, in grado di sfamare una popolazione che cresce a minori costi e più bassi impatti ambientali, ma veloce e flessibile nell'interpretare le esigenze del mercato, scaltra e preparata, in cui il know how e la competenza specifica diventano altrettanto indispensabili di un processo e di un prodotto innovativi.
Foto a lato: pianta di mandarino Tango coltivata a Huelva
Francesco Perri esprime le sue perplessità: "Tecnici in agricoltura davvero esperti e preparati scarseggiano perfino in Spagna; da noi la situazione è ancora più complessa. Non possiamo nemmeno pensare di investire in nuove cultivar brevettate, con tutto il pagamento di royalties che esse richiedono, senza preliminari studi di fattibilità, mappe di vocazionalità, adattamento alle condizioni specifiche del sito e applicazione di adeguate pratiche agronomiche, tali da rendere le nuove cultivar pienamente redditizie e dunque ripagarne in tempi brevi il costo iniziale!"
Un momento di confronto e scambio di opinioni in merito a una importante pratica colturale qual è la potatura delle nuove cv di agrumi
"Per una competenza tecnica che esprima, al contempo, preparazione teorica ed esperienza pratica serve circa un decennio di apprendimento e di confronto con le realtà che sono all'avanguardia nel resto del mondo. Come possiamo essere già pronti oggi per le sfide del domani se non abbiamo pensato a formare, ieri, una nuova generazione di esperti?"
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