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Di Paolo Ambrogio, responsabile Cia zona di Cuneo

Castagne: un frutto dal possibile nuovo, glorioso, futuro?

"Le castagne rappresentano oggi un binomio inscindibile di riscoperta della natura, della biodiversità, dell'importanza della salvaguardia dell'ambiente, da una parte e, dall'altra, un alimento molto interessante per quanti vanno alla ricerca di prodotti tipici. E, perché no?, anche un nuovo modo di fare impresa", spiega Marco Bellone (nella foto), esperto castanicoltore di Boves e presidente di zona della Cia di Cuneo.

Da parte sua, Giancarlo Ballario, titolare di una delle più importanti aziende di commercio delle castagne dell'intero Piemonte, commenta. "E' tornato, fortunatamente, non soltanto in Italia, un rinnovato, forte interesse su questo prodotto sia per il mercato fresco sia per quello della trasformazione industriale. I massimi esperti internazionali rilevano che, per fare fronte alle richieste del mercato ed evitare la massiccia invasione di frutti provenienti da Paesi terzi, in Europa servono non meno di 40.000 ettari di nuovi investimenti".

"Il prezzo delle castagne che si è mantenuto, nella nostra zona, a livelli costanti in una media stagionale di 2 euro al kg non ripetendo il saliscendi e gli sgradevoli crolli del passato, è certamente la spinta propulsiva alla cura e manutenzione dei castagneti, prima, e della raccolta, poi. Quest'anno, inoltre, i frutti hanno pezzatura medio-grossa, non hanno conosciuto seri problemi fitosanitari a partire dalle contaminazioni dei terribili coleotteri che hanno caratterizzato le recenti annate e la guerra al cinipide (almeno nel cuneese) è stata vinta".

Sull'argomento interviene Pierluigi Maccario, titolare della Com.I.Frut. di Boves, azienda che commercializza prevalentemente castagne del territorio cuneese. Evidenzia positivamente che "l'annata finalmente è in netta controtendenza rispetto agli anni passati quando la produzione era ridotta ai minimi storici e sui mercati si finiva di trovare non più castagne italiane ma quelle provenienti dalla Spagna, dal Portogallo, dalla Turchia, dalla Slovenia se non da 'castanea mollissima' e 'crenata' di Cina e Giappone, con proprietà organolettiche e caratteristiche estetiche molto differenti dalla nostra 'sativa'".

"La 'castanea dentata', presente in America Settentrionale, è scomparsa da anni a causa di alcune malattie, per cui il mercato statunitense resta di grande interesse per la nostra esportazione in quanto la castagna è per i cittadini statunitensi uno dei frutti più apprezzati che immancabilmente accompagna il tacchino ripieno nel più importante evento nazionale, la Festa del Ringraziamento in novembre".

"L'export italiano è in grado di migliorare ulteriormente le proprie posizioni e conquistare nuove quote di mercato, soprattutto se potrà contare anche nel futuro su partite, come quelle di quest'anno, di ottima qualità. Purtroppo la maggior parte dei nostri castagneti è oramai vecchia (oltre 100 anni) e soffre di un deterioramento naturale legato all'età degli alberi ed alle malattie. Diventa sempre più indispensabile un programma di ristrutturazione di questi castagneti, sia attraverso rigorose potature sia con la piantagione di nuovi castagneti, con varietà ibride euro giapponesi (Marigoule e Bouche di Bétizac) e con varietà locali ('garrone rosso' e 'domestica di Cuneo' in particolare)".

Marco Bellone, a tal proposito rileva che, stante la caratteristica dei nostri castagneti, vanno perseguiti due imprescindibili obiettivi, innovazione e promozione. Per quanto riguarda il primo una risposta concreta la si può trovare nella innovazione tecnologica per ridurre gli elevati costi aziendali, e questo può farlo l'ente regione nel Piano di Sviluppo Rurale di imminente attuazione, con appositi contributi ai castanicoltori incentivando la cura, la conservazione delle piante nel castagneto, lo sviluppo di piantagioni di varietà sativa o ibrida, mirando in particolare a colmare gli spazi lasciati vuoti nei castagneti a seguito della mortalità di alcuni alberi e sostenendo la raccolta meccanizzata; per il secondo è sempre più urgente che le istituzioni, gli enti locali non limitino la promozione ai soli eventi della durata di pochi giorni all'anno.

Occorre rendere sempre più percepibile al consumatore le molteplici differenze sia organolettiche che gustative che esistono tra il prodotto importato e la castagna autoctona piemontese.
Data di pubblicazione: