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Mora di Gelso: una nuova opportunita' per diversificare la frutticoltura piemontese

"Qualche anno fa con la batteriosi e l'inevitabile estirpo di ettari di actinidia, molte aziende frutticole cuneesi hanno investito nel melo e nei piccoli frutti, ma in particolare due aziende si sono differenziate realizzando un impianto di 2 ettari di gelso da frutto. A quanto ci risulta, oltre a un'altra azienda in Emilia-Romagna, in Italia non ci sono impianti intensivi di more di gelso, e nonostante il largo impiego nell'industria alimentare, gran parte della materia prima viene importata." E' quanto dichiara il Prof. Gabriele Beccaro dell'Università di Torino a FreshPlaza.

Trattandosi di una coltura minore, se non addirittura sconosciuta dal punto di vista delle pratiche colturali intensive, il frutticoltore Mauro Mellano di Lagnasco (CN) con il suo know-how ha realizzato il primo impianto di gelso da frutto in Piemonte 4 anni fa. Le piante sono allevate in forma obbligata, in volume, e a causa della loro vigoria richiedono più interventi di contenimento, sia con potatura sul bruno sia con potatura sul verde. Nel 2015, si è ottenuta una produzione di circa 7 tonnellate per ettaro di more che vengono raccolte attraverso reti poste sotto chioma.

Si tratta di un prodotto fresco molto deperibile che appena raccolto può essere essiccato oppure congelato: il prodotto essiccato può trovare utilizzo tal quale o in altri alimenti come yogurt e barrette energetiche mentre quello congelato viene utilizzato dalle pasticcerie oppure per fare puree come base di altri alimenti.

La mora di gelso può essere considerata un superfruit grazie al suo elevato contenuto in fenoli e alla spiccata attività antiossidante. Dalle analisi effettuate presso il Dipartimento di Agraria di Torino è emerso un fitocomplesso molto interessante che si discosta dagli altri piccoli frutti (mirtillo, lampone, mora di rovo, ribes nero, fragola) – come spiega la dr.ssa Gabriella Mellano – questo frutto si è differenziato per l'alto grado zuccherino (ca. 19° Brix), per la bassissima acidità titolabile (ca. 29 meq/L) e per il basso contenuto in Vitamina C, simile a quello delle mele Golden Delicious (3 mg/100 g di PF), parametri che, nonostante la mora non sia idonea al consumo fresco poiché molto deperibile, ne evidenziano le potenzialità per l'industria di trasformazione, nel suo significato più ampio, dal settore alimentare a quello fitoterapico.

Un'ulteriore aspetto che evidenzia le potenzialità di impiego di questa tipologia di coltura è legato alla possibilità di utilizzazione e recupero degli scarti della potatura verde ai fini dell'alimentazione animale e della bachicoltura, possibilità esplorata dalla Prof.ssa Laura Gasco del DISAFA e dall'Unità di Ricerca di Apicoltura e Bachicoltura del CRA di Padova.

Beccaro conclude: "Con la mora di gelso riscopriamo una pianta che storicamente appartiene alla nostra tradizione agricola, in passato per produrre tessuti di pregio, oggi per produrre, secondo i criteri di una arboricoltura moderna, un frutto dal valore nutraceutico eccezionale".

Si ringrazia Gabriele Beccaro per le foto fornite.

Per ulteriori info:
D. Donno, M.G. Mellano, A. K. Cerutti, G. L. Beccaro, 'Simbiosi agro-farmaceutica e piccoli frutti: opportunità per le micro-filiere localì, 2016, Frutticoltura, N. 6.

D. Donno, A.K. Cerutti, I. Prgomet, M.G. Mellano, G.L. Beccaro, 'Foodomics for mulberry fruit (Morus spp.): Analytical fingerprint as antioxidants' and health properties' determination tool', 2015, Food Research International, Vol. 69, pag. 179-188. www.sciencedirect.com/science/article/pii/S096399691400790X

Contatti:
Gabriele Loris Beccaro
Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA)- Università di Torino
Largo Braccini 2
10095 Grugliasco (TO)
Email: gabriele.beccaro@unito.it