Il potenziale bioenergetico degli scarti di banana
Il banano viene tagliato per raccogliere i frutti, pertanto foglie e gambo vengono trasformati in biomassa lignocellulosica. Anche il rachide, a cui sono attaccati i caschi di banane, che arriva all'impianto di confezionamento viene trasformato in biomassa residua.
Il rapporto fra scarto e prodotto è di 2:1. La biomassa lignocellulosica viene lasciata a terra o portata in discariche all'aperto. Nel primo caso, il processo porta a mantenere l'umidità del suolo e a fornire sostanza organica, ma è anche un rischio potenziale per la trasmissione di fitopatie e, in entrambi i casi, la biomassa lignocellulosica produce gas serra mentre si decompone.
Oltre alla biomassa lignocellulosica, c'è anche il residuo rappresentato dalle banane di scarto che non soddisfano gli standard di qualità. Il tasso di scarto dei frutti può variare dall'8 al 20%. Questo residuo è utilizzato come mangime per animali, tuttavia la maggior parte dei produttori preferisce lasciare questi residui a decomporsi all'aperto per motivi economici.
Considerando tutti questi dati, il gruppo di ricerca UPM coordinato da María Dolores Curt ha valutato il caso studio dell'Ecuador, che è il maggiore esportatore di banane al mondo, con il 29% delle esportazioni mondiali.
I risultati mostrano che l'area potenziale sfruttabile sarebbe di 38.604 ettari con una produzione di 190.102 ton all'anno di banane scartate (materia fresca) e 198.602 ettari di biomassa lignocellulosica (materia secca). Da questi potrebbero essere prodotti 19mila metri cubi di bioetanolo e la potenza installata delle due centrali elettriche potrebbe raggiungere i 18 megawatts.
Per maggiori info: phys.org/news/2016-05-banana-source-bioenergy.html#jCp.