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Agrintesa-Osas: da nord a sud la potenza dell'esperienza cooperativa

In Calabria sono state fissate le basi per un ponte di associazionismo e aggregazione in ambito ortofrutticolo tra Nord e Sud. I particolari sono stati forniti lo scorso 17 aprile a Castrovillari (Cosenza), all'incontro "La Svolta nelle Radici", con la presentazione ufficiale del piano frutticolo di riconversione del gruppo Osas-Campoverde e dell'accordo strategico con il gruppo Agrintesa-Alegra. Evento cui ha presenziato anche il Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina.



In particolare, sarà proposto alla Regione Calabria un unico progetto per il PSR 2014-2020, con un investimento pari a 650 ettari di kiwi nei prossimi sei-sette anni per una spesa complessiva di oltre 31 milioni di euro. Sempre sul nuovo PSR, Osas-Campoverde presenterà poi un progetto di ampliamento per celle frigorifere per 13.000 tonnellate di prodotto in strutture esistenti, con un investimento totale di 10 milioni di euro da realizzare in cinque anni in funzione delle quantità prodotte.

"La crisi di mercato, in particolare nel settore delle pesche e delle nettarine, ha messo in seria difficoltà i nostri produttori - ha spiegato il presidente di Osas, Giuseppe Nola - Vendere la propria merce alla metà dei costi di produzione dissanguerebbe qualsiasi azienda. Sono stati poi rilevati seri problemi strutturali all'interno del comparto. Abbiamo quindi cercato delle alternative per continuare a produrre ortofrutta, il che ci ha portati a investire in maniera convinta nella coltura del kiwi. Visti i rapporti già esistenti tra le due cooperative e quello privilegiato con l'Emilia-Romagna, è nata la collaborazione con Agrintesa; siamo certi che ci darà supporto anche dal punto di vista dell'esperienza tecnica".

"Credo che quella di oggi sia davvero una giornata da evidenziare - ha affermato Raffaele Drei, presidente di Agrintesa - Un'intesa tra due strutture di punta, una del nord e l'altra del sud, che speriamo possa essere presa a modello. L'accordo con Osas ha l'obiettivo non solo di aggregare maggiori quantitativi di prodotto, ma anche di completare e qualificare ulteriormente l'offerta di Alegra sul mercato domestico e internazionale con prodotti strategici, quali pesche e nettarine precoci, clementine e arance coltivate nella Piana di Sibari, indubbiamente una delle aree meridionali più vocate per l'agricoltura".

"Le produzioni di Agrintesa e Osas saranno concentrate in un unico braccio commerciale: Alegra. Non si tratta, però, solo di questo - ha precisato il presidente del gruppo ravennate - In realtà crediamo che la nostra collaborazione debba andare oltre, partendo dalle programmazioni di campagna e dall'integrazione delle nostre produzioni anche nella fase di ricerca e pianificazione degli investimenti. I calendari di raccolta nord-sud possono essere sinergici in maniera proficua per entrambi i gruppi. Abbiamo una serie di progetti innovativi che possiamo sviluppare insieme".



Una parentesi importante sul kiwi: l'Italia è di fatto il primo paese produttore al mondo per questa specialità (anche se sulla carta il primato spetta alla Cina). "Da una media di 5 milioni di quintali prodotti, il nostro Paese dovrebbe presto arrivare ai 6 milioni. Può quindi giocare da primo produttore mondiale ma, per farlo, occorrono due cose: essere organizzati, concentrando la propria produzione, e il rispetto delle regole. Solo così possiamo avere un grande futuro".


Il tavolo dei relatori.

Camillo Nola ha messo in evidenza il ruolo delle imprese cooperative - e delle istituzioni locali, nazionali e sovranazionali - nel difficile contesto socio-economico calabrese.

"Per essere competitivi si devono concretizzare, oltre a quelle economiche, anche altre condizioni: innanzitutto il contesto ambientale. E, in Calabria, quando diciamo 'contesto' dobbiamo pensare alla legalità. Poi quello amministrativo che deve essere allineato con le necessità delle imprese. Lo Stato è presente in Regione, ma deve essere percepito in tutte le zone della Calabria".

Maurizio Gardini, presidente nazionale di Confcooperative, ha elogiato l'accordo tra i due grossi gruppi cooperativi evidenziando i risvolti positivi della cooperazione sana e capace di creare sviluppo nei territori.

"Osas è il riconoscimento a chi si assume la responsabilità di valorizzare il territorio - ha detto Gardini - E' questo il Dna che fa la differenza. Qui gli investimenti pubblici sono stati ben utilizzati per sviluppare e innovare l'imprenditoria cooperativa della Calabria. Casi come Osas sono la risposta migliore alle false cooperative. Non c'è spazio e non ci sono scorciatoie per chi pensa di acquisire, anche dentro il movimento cooperativo, competitività varcando la soglia della legalità. Non possiamo buttar via il patrimonio intergenerazionale che abbiamo ereditato, parliamo di decenni di storia e di sacrifici. Non si possono tollerare queste cose, chi esce dalla legalità è fuori dall'Alleanza delle Cooperative, è fuori da Confcooperative".

"Nel corso degli ultimi anni, nell'agroalimentare la Calabria ha seguito processi di trasformazione che hanno permesso un salto di qualità - ha sostenuto quindi il presidente della regione Mario Oliverio - Permangono, tuttavia, ancora situazioni che devono essere superate per un pieno rilancio del settore. Una fra queste è la posizione di marcata marginalità rispetto ai grandi mercati, che vanno avvicinati e penetrati. Vanno perciò create nuove condizioni. Il sistema della portualità, per esempio, dovrà essere uno strumento strategico nel raggiungimento di questo obiettivo. Occorre ancora rafforzare le filiere, favorire le aggregazioni di prodotto e guardare alle produzioni di base che, se sostenute in modo adeguato, sono fattore di crescita del Pil".

Al Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina il compito di tirare le conclusioni. "La sfida della Calabria non è solo vostra, ma dell'intero Paese - ha detto Martina - Se vuole avere una prospettiva, l'Italia deve guardare in faccia alcuni snodi di cambiamento profondo. La tappa di oggi è la concreta dimostrazione che ci sono cose che funzionano e attorno a queste esperienze concrete noi dobbiamo trovare la strada per realizzare quella prospettiva".

"Scopro oggi cos'è la potenza dell'esperienza imprenditoriale che avete costruito in questi anni in questo territorio - ha detto Martina rivolto ai presenti - Quando ci sono attori territoriali pronti alla sfida, le cose si possono fare. Trovo di straordinaria importanza l'operazione kiwi che è stata presentata questa mattina: non vi siete addormentati sul contesto esistente e avete dimostrato che si possono trovare linee nuove. Il Ministero è ovviamente interessato a dare una mano".

"Io difendo totalmente quello cooperativo come un modello sano ma soprattutto virtuoso e utile perché l'Italia esca da questo momento di crisi duratura - ha evidenziato il ministro - Chi pensa di fare di tutta l'erba un fascio, non ammazza soltanto la cooperazione ma l'Italia. In questo passaggio critico c'è una sfida a voi stessi per dimostrare chi siete. Senza la cooperazione si fa un danno notevole in Lombardia come in Calabria, in Emilia-Romagna come in Toscana. L'accordo tra queste due importanti realtà, Agrintesa e Osas, non lega soltanto Nord e Sud, ma è un punto di partenza fondamentale per tutte le altre realtà del tessuto associativo e imprenditoriale del Paese".



"Stiamo cercando di lavorare su nuovi strumenti organizzativi come le Reti d'Impresa - ha concluso Martina - In Italia, nove aziende agricole su dieci sono di natura familiare; ovviamente rimarranno ancorate a questa cultura, ma a loro dobbiamo dire che da sole non ce la possono fare. Dobbiamo puntare sull'aspetto aggregativo: è un concetto da affrontare sempre di più nel praticare la politica agricola nazionale. In Calabria c'è un tasso di aggregazione solo del 20% rispetto a una media nazionale del 40%: bisogna aumentarlo altrimenti perdiamo risorse europee che non possono essere investite. Risorse che vanno orientate verso chi vive di agricoltura".