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USA: prezzi alti e nuove abitudini, tramonta l'amore per il succo d'arancia

Gli Stati Uniti non amano più il succo d'arancia. Le vendite sono diminuite quasi ogni anno nell'ultimo decennio e nel 2013, secondo i dati di Nielsen, hanno raggiunto il livello più basso degli ultimi 15 anni. In questo lasso di tempo, il consumo pro capite è diminuito circa del 40% e quest'anno sarà probabilmente un altro anno molto duro. A occuparsi della questione è Quartz, sito d'informazione prevalentemente economica.

Per quasi cinque decenni, la bevanda è stata sempre più presente sulle tavole degli americani per colazione; nel suo periodo di maggiore diffusione, quasi tre famiglie su quattro compravano e tenevano nei loro frigoriferi il beneamato succo d'arancia. Ma le nuove abitudini degli americani - con colazioni più veloci e meno zuccheri - e l'aumento dei prezzi - più o meno raddoppiati dal 2000 - hanno falcidiato la domanda di succo d'arancia.

Il boom della domanda si ebbe negli anni '50, tanto che la produzione della Florida passò dai 226.000 galloni (circa 60.000 litri) del 1946 a più di 116 milioni di galloni (poco più di 30 milioni di litri) del 1962. La domanda cominciò a calare alla fine degli anni '90: dal 1998, la produzione di arance e la vendita di succo d'arancia sono virtualmente diminuite ogni anno, nonostante la crescita della popolazione statunitense. La produzione continua a scendere e potrebbe farlo fin sotto i 100 milioni di casse all'anno entro il 2020, il più basso livello dal 1964; i prezzi, di conseguenza, continueranno ad aumentare.
Data di pubblicazione: