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Sicilia: l'atrofia del capolino colpisce i carciofeti di Ramacca (CT)

Quest'anno, la problematica nota come "atrofia del capolino" sta colpendo quasi il 100% dei carciofeti di Ramacca (provincia di Catania - Sicilia). In presenza di determinate condizioni pedoclimatiche, questa problematica si ripresenta tutti gli anni; ancora oggi, infatti, molti agricoltori non conoscono tale fisiopatia ed essendo all'oscuro delle cause, non possono cercare di ridurne i rischi.

A questo proposito, Carmelo Di Stefano, titolare e marketing manager di Sicil Garlic, ha approfondito in qualità di tecnico cosa sia l'atrofia del capolino e come se ne possa ridurre l'incidenza.

Di Stefano riferisce a FreshPlaza che l'eccessivo anticipo del trapianto o del risveglio della carciofaia, (per ottenere la produzione precoce), spesso determina l'insorgenza dell’atrofia del capolino, una fisiopatia che colpisce prevalentemente i capolini principali di cultivar precoci quali Catanese, Violetto di Provenza, Spinoso sardo, Spinoso Palermitano.

La fisiopatia si manifesta con una malformazione del capolino (carciofi "cechi" o "monaci") il quale può presentare dimensioni ridottissime o normali, forma irregolare e brattee non completamente sviluppate, il cui margine è spesso imbrunito, probabilmente a causa dell'ossidazione dei polifenoli. Inoltre, si verifica la mancanza più o meno totale di abbozzi fiorali sul ricettacolo, la cui parte superiore appare in parte o completamente necrotica.

L'atrofia è ascrivibile a squilibri nutrizionali che provocano la carenza di calcio nei capolini. Infatti dal punto di vista fisiologico, questo elemento è un componente essenziale del "cemento" peptidico-proteico della lamella mediana che, in caso di carenza, si decompone rendendo i tessuti suscettibili ad altre fisiopatie (soprattutto a opera di Botrytis e Erwinia spp.). Infatti, dopo l'iniziale imbrunimento del tessuto, la zona interessata diventerà nera e marcescente.

La carenza di calcio nei capolini, oltre che dalla scarsità dell'elemento nel terreno, può essere causata anche da antagonismo nell'assorbimento ionico dovuto alla salinità, dal regime idrico del terreno irregolare e da elevata domanda evapotraspirativa dell'ambiente, cui concorrono principalmente la bassa umidità relativa dell’area, elevate temperature (medie e massime giornaliere maggiori di 19-20 e 25-26 °C, rispettivamente) e ventosità.

La fase fenologica di maggiore sensibilità alle condizioni climatiche che favoriscono la fisiopatia è quella della transizione dell'apice caulinare della fase vegetativa a quella riproduttiva che, nelle carciofaie risvegliate anticipatamente, avviene circa 60 giorni dopo la prima adacquata.

Situazione di stress idrico derivanti da ridotta disponibilità di acqua nella rizosfera o da eccessiva domanda evapotraspirativa dell'ambiente non compensata sufficientemente dall'assorbimento idrico radicale o, maggiormente, la combinazione di tali fattori, determinano il flusso preferenziale della linfa grezza del Ca2+ da essa veicolato verso gli organi a maggiore attività traspirativa (foglie espanse) a scapito dei capolini, che risultano calcio-carenti.

Anche l'elevata salinità della soluzione circolante può contribuire ad aumentare la carenza dei calcio sia per la competizione dell'assorbimento ionico sia per la riduzione della pressione radicale, che svolge un importante ruolo nel regolare la traslocazione del calcio verso le brattee interne del capolino.

Nella foto a lato: Capolino normale (a destra) e capolini con diversi gradi di atrofia.

La sintomatologia descritta può assumere rilievo diverso a seconda dell'ambiente, stress idrico ed elevata salinità, e talvolta può interessare buona parte dei capolini principali.

Per ridurre il rischio della problematica bisogna limitare l'anticipo eccessivo del risveglio e trapianto, soprattutto se l'acqua irrigua è salmastra, assicurare una buona disponibilità di calcio nel terreno e un regime idrico regolare. Una tecnica che può contrastare l'atrofia del capolino è l'irrigazione climatizzante da effettuare quando si verificano condizioni di elevata domanda di evapotraspirazione dell'ambiente.

Contatti:
Carmelo Di Stefano
Cell.: (+39) 335 7223289
Email: [email protected]