Chiquita: quasi completato il rinnovamento della flotta container refrigerati
Prosegue con regolarità, secondo i tempi stabiliti, il programma quadriennale di Chiquita per il rinnovamento dei contenitori refrigerati dedicati al trasporto delle banane. Secondo quanto comunicato dall'azienda, a metà marzo (cfr. FreshPlaza del 15 marzo 2013), il progetto prevede la sostituzione del 65% della flotta entro il 2013. Gli adeguamenti - che rientrano nel più ampio impegno per la riduzione dell'impronta di carbonio nella filiera delle banane, deciso da Chiquita già da qualche anno - produrranno vantaggi sia in termini di sostenibilità ambientale sia per quanto riguarda il contenimento dei costi.
Il programma sta seguendo tre filoni operativi ben definiti: la riduzione dei consumi di energia elettrica, l'uso di refrigeranti rispettosi dell'ambiente e l'adozione di materiali isolanti a bassissime emissioni.
Le cifre sono di tutto rispetto e oggi FreshPlaza è in grado di anticipare in esclusiva altri elementi del progetto. Come detto in apertura, la tabella di marcia è ad oggi rispettata e i numeri parlano chiaro: tra acquisti e noleggi - con un investimento di 135 milioni di dollari - Chiquita ha inserito in flotta più di 7.000 nuovi container al posto dei più vecchi. Alla fine del 2011, le unità sostituite erano già pari al 60% della flotta. Il completamento, previsto appunto entro il 2013, avverrà con il rimpiazzo di altri 895 vecchi modelli con i nuovi container, dotati di sistemi a elevato risparmio energetico.
La parte principale del progetto Chiquita è di certo quella relativa al risparmio di energia elettrica. A programma realizzato, i container refrigerati di ultima generazione avranno consentito fino al 35% di economia energetica rispetto a quelli di vecchio tipo. Una percentuale che salirà al 58% nel caso in cui siano utilizzati container equipaggiati con il software QUEST®. In ogni caso, si stima un risparmio annuale di 4 milioni di dollari, grazie alla riduzione dell'energia elettrica necessaria pari a 34 milioni di KWh. Questa operazione, lungo i dodici anni di vita dei nuovi container, consentirà di ridurre le emissioni di CO2 nell'atmosfera per 185.000 tonnellate.
Fulcro del sistema è il software QUEST®, rivoluzionario metodo di risparmio energetico sviluppato nei Paesi Bassi, presso l'Agrotechnology and Food Sciences Group (A&F) del Centro di Ricerca dell'Università di Wageningen, anche con il sostegno del governo olandese. Il fatto che Maersk, il più grande operatore logistico al mondo, e Carrier, leader assoluto nelle tecnologie di raffreddamento, abbiano testato per primi il software rende già di per sé l'idea dell'impatto rivoluzionario dello stesso. Anche se – a ben guardare – potrebbe dirsi che siamo di fronte all'uovo di Colombo.
Infatti, la tecnologia QUEST® per il risparmio energetico nel trasporto di merci deperibili si fonda su due elementi: da un lato, lo spegnimento a intermittenza del compressore di refrigerazione e, dall'altro, il funzionamento a bassa velocità - per rilevanti intervalli di tempo - delle ventole di evaporazione. I ricercatori olandesi, infatti, hanno constatato che - sebbene la temperatura dell'aria sia importante - ciò che è davvero essenziale è che essa si mantenga all'interno di confini ben precisi.
Altrettanto fondamentali, e collegati ai limiti fissati per la temperatura, sono gli intervalli di tempo che intercorrono tra lo spegnimento e la riaccensione del compressore. In primo luogo, dunque, i ricercatori hanno individuato e fissato le temperature da rispettare per ciascun prodotto; a seguito di ciò, i tecnici della Carrier hanno realizzato i codici del software che regola il sistema di refrigerazione proprio nel rispetto dei profili stabiliti dall'A&F olandese. Peraltro, si sottolinea in ambito tecnico, il dispositivo può essere attivato sia nella modalità automatica sia a richiesta dell'utilizzatore. In entrambi i casi, sarà il software QUEST® ad attivare autonomamente il profilo di funzionamento che meglio si adatta alla temperatura impostata e alla tipologia del carico trasportato.
Non a caso, dunque, il sistema è indicato per i prodotti più delicati: oltre alle banane, in particolare per ananas, pere, mele, uva da tavola, kiwi e avocado.
Tra gli altri elementi di punta del progetto, l'adeguamento dei gas refrigeranti. Fin dal 2008, i container Chiquita erano stati aggiornati e modificati per abbandonare il Freon R12 (gas a base di clorofluorocarburo) e passare al più ecologico R409a. L'evoluzione è proseguita nel 2012, con il passaggio di tutti i container al refrigerante R134a, che vanta caratteristiche di ecocompatibilità ancora più elevate: zero emissioni di ozono (ODP, Ozone Depletion Potential) e un indice GWP (Global Warming Potential, ovvero l'impatto del gas sul riscaldamento dell'atmosfera, il cosiddetto effetto serra) inferiore di quasi dieci volte rispetto al Freon R12.
Terzo e ultimo punto del programma è l'impiego di agenti a basso impatto ambientale per l'espansione del poliuretano utilizzato per l'isolamento termico. In questo caso, nei nuovi container si è abbandonato l'agente espandente R141b e si è passati a Supotec® e ciclo-pentano.
Due interventi, quello sui gas e quello sugli espandenti, che - da soli - produrranno una riduzione superiore a 90.000 tonnellate nelle emissioni di CO2, lungo tutto l'arco di vita di questi container. Per avere un termine di confronto, sarà come eliminare dalle strade 17.000 automobili, per un intero anno.
Autore: Emanuele Mùrino
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