USA: uno studio sugli amminoacidi potrebbe aiutare a combattere il cancro batterico degli agrumi
Gli studi sugli aminoacidi condotti dal chimico Andrew P. Breksa III del Dipartimento di Agricoltura statunitense (USDA) e dalla professoressa Carolyn M. Slupsky dell'Università della California potrebbero condurre alla messa a punto di una strategia efficace contro la fitopatia.
In una ricerca del 2012 pubblicata sul "Journal of Proteome Research", i ricercatori usarono la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare (NMR) per studiare la composizione aminoacidica del succo di arance raccolte da piante suscettibili (HLB-positive) e da piante resistenti (HLB_negative) al cancro batterico. Per la prima volta si è utilizzata la tecnologia NMR per questo obiettivo.
La ricerca ha permesso di identificare profili distinti per tipologie e quantità di 11 diversi aminoacidi nei tre trattamenti saggiati: 1) arance raccolte da piante sane, 2) arance senza sintomi raccolte da piante HLB-positive, 3) arance con sintomi raccolte da piante HLB-positive.
Secondo Breksa con ulteriori studi, i profili di aminoacidi potrebbero dimostrare di essere un indicatore affidabile, rapido e precoce della presenza del batterio HLB nell'agrumeto.
Inoltre, Breksa notò che i profili di aminoacidi potrebbero rivelare la chiave delle modalità di azione, per la maggior parte ancora sconosciute, del batterio. Per esempio, se il batterio HLB inibisce la capacità della pianta di creare, utilizzare e riciclare aminoacidi; i ricercatori potrebbero usare questa informazione come punto di inizio per una strategia di contrattacco.
Un esempio potrebbe essere il caso della fenilalanina. Una pianta d'arancio può convertire la fenilalanina in acido cinnamico, che è un precursore dei composti considerati importanti per il sistema di difesa della pianta. I ricercatori hanno trovato che nella spremuta ottenuta dalle arance raccolte dalle piante HLB-positive il contenuto di fenilalanina era significativamente superiore, questo ha suggerito che il batterio HLB potrebbe aver interferito con la capacità della pianta di convertire la fenilalanina in acido cinnamico.
Fonte: phys.org
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