
Gli ecotipi locali coltivati per la produzione di fagiolo bianco di Rotonda sono il Fagiolo bianco e il Tondino bianco (detto anche "poverello"). La produzione dei Fagioli bianchi non deve superare le 13 tonnellate ad ettaro, corrispondenti alle 3 tonnellate di prodotto secco. La raccolta dei baccelli inizia nel mese di agosto e termina entro il mese di ottobre e deve essere rigorosamente effettuata a mano. Sul mercato si possono trovare sia freschi da sgusciare, che secchi in granella.
La zona di produzione
La zona di produzione dei Fagioli Bianchi di Rotonda Dop ricade all’interno del territorio del Parco nazionale del Pollino. Una suggestiva area che comprende i comuni di Rotonda, Viggianello, Castelluccio Superiore, Castelluccio Inferiore, tutti in provincia di Potenza.
Il territorio
Si estende nella valle del Mercure, all’interno del Parco nazionale del Pollino. I terreni sono di origine alluvionale, sabbiosi e limo-argillosi, freschi, profondi e fertili, con una buona esposizione e una notevole capacità di immagazzinare acqua.
La ricchezza di zolfo e azoto nel suolo influisce sull’alto contenuto proteico della granella e la bassa concentrazione di calcare è responsabile della finezza del tegumento e della sua delicatezza.
Il clima è sostanzialmente mite, con piogge abbondanti da ottobre a maggio ed escursioni termiche tra giorno e notte che favoriscono la fecondazione dei bacelli e l’abbondanza dei grani. La grande disponibilità di acque provenienti dalle sorgenti del Parco nazionale del Pollino, insieme alla particolare freschezza del micro-clima, favorisce lo sviluppo di amido nel seme e riduce lo spessore del tegumento, influendo fortemente sulla qualità del prodotto.

La storia
Nella tradizione di campagna della Valle del Mercure, i fagioli hanno da sempre un ruolo di primo piano nell’alimentazione quotidiana, grazie alla loro ricchezza di proteine vegetali a basso costo. Per questo motivo venivano chiamati "carne dei poveri".
Nella pubblicazione "Regno delle Due Sicilie" del 1852, si parla della coltivazione, nel territorio, di "piante graminacee, leguminose e filifire" e nello specifico si menziona "il fagiuolo, e di questo più specie".
Tra le varietà di fagioli coltivati nella Valle del Mercure, in un articolo del 2 settembre del 1860 dell’Eco di Basilicata, Calabria e Campania, si narra che i Fagioli Bianchi di Rotonda erano apprezzati persino da Giuseppe Garibaldi che, di ritorno dalla Sicilia, trascorse la notte a Rotonda e per cena gustò proprio i Fagioli Bianchi. Fu così colpito dal loro sapore che decise di portarne via un pugno e di seminarlo nella sua isola di Caprera.