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Ortomercato di Brescia: il giallo dei prodotti deteriorati

Pomodori e ciliegie avariati in vendita all'Ortomercato di via Orzinuovi di Brescia. Tanto che per chi li ha messi sul banco - assicura la direzione della struttura - sono già partite le procedure di sanzione penale. Resta, però, da capire come e perché siano stati esposti nonostante regolamenti e legislazione definiscano chiaramente i criteri minimi di commercializzazione.

"Nel limite e nel rispetto delle proprie competenze, ognuno deve fare il proprio lavoro e dovrà prendersi le proprie responsabilità", avverte il direttore dell'Ortomercato, Marco Hrobat, da sempre in prima linea nella tutela della qualità dei prodotti offerti e, per questo, molto amareggiato per l'accaduto.

A denunciare il caso è stato un giornalista pachistano presente in via Orzinuovi, sabato mattina (11 giugno), giorno in cui, in media, i clienti sono 6.000 e le cassette in circolazione 200.000. "Le leggi esistono e vanno rispettate", ribadisce Hrobat, che ogni giorno effettua personalmente un sopralluogo fra i grossisti e, in veste di pubblico ufficiale, se rileva merce avariata invita a gettarla via, ma può anche avviare una segnalazione, interna o all'Asl o ai Nas, in caso di reati penali.

Dopo l'accertamento dell'infrazione, tocca a Asl e Nas sanzionare l'eventuale irregolarità. Ma, a volte, sembra che i tempi siano dilatati: "Capita che all'apertura della procedura non corrisponda una risposta verbalizzata per mesi", si rammarica Hrobat.

In merito il presidente dell'Ortomercato, Massimo Tacconi ricorda che la struttura ospita 26 realtà indipendenti da Brescia Mercati ("A noi spetta un controllo a campionatura, ma la responsabilità è sempre dei singoli"), ammette che le autorità preposte ai controlli a volte latitano, ma spiega che l'attenzione spesso va dirottata là dove esistono criticità. Come a dire: in discussione non sono gli standard dell'Ortomercato né il fatto che non debba esistere inadempienza igienico-sanitaria o che si debbano vendere solo prodotti salubri.

Tacconi precisa però che la merce "guasta" non necessariamente è pericolosa sotto il profilo sanitario, perché entro certi parametri la vendita non è vietata. "Semmai bisogna distinguere tra prima, seconda e terza categoria - spiega - mentre verificare la tracciabilità dei prodotti è compito della Polizia commerciale, che controlla anche il rilascio degli scontrini fiscali".

Parla di episodio molto grave Oliviero Gregorelli, presidente dell'Associazione Grossisti Brescia, che punta al controllo interno dei prodotti e non sottovaluta la responsabilità delle singole aziende. "Il nostro lavoro è vendere prodotti salubri - ribadisce - Proporne di scadenti è contro il nostro interesse".

Ne è convinto anche Ottavio Guala, presidente nazionale dei Grossisti: "Un conto è vendere prodotti di bassa qualità, altro prodotti insalubri, cosa che non ci possiamo permettere, perché sarebbe un autogol e perché siamo al centro della filiera, quindi anche dei controlli. Con la nuova legge, addirittura, paghiamo in anticipo le verifiche che Asl effettuerà sui nostri prodotti. All'Ortomercato i tecnici passano ogni settimana per la campionatura e da parte nostra c'è sempre la massima disponibilità".
Data di pubblicazione: