Area d’eccellenza dell’agrumicola siciliana quella dell’arancia di Ribera DOP, che proprio in questi giorni ha ottenuto il riconoscimento europeo e a Sciacca, comune interessato alla coltivazione, si è svolto questo importante appuntamento, durante il quale sono stati presentati i risultati dell’attività di ricerca e monitoraggio del virus della "Tristeza" degli agrumi effettuata nel corso del 2010 dai tecnici del CRA di Acireale e della SOAT di Sciacca su tutto il territorio di coltivazione dell’arancia di Ribera DOP. Durante l’incontro, inoltre, sono state presentate le nuove prospettive nel panorama delle cultivar di arancio e dei portainnesti degli agrumi e l’aggiornamento della situazione fitopatologica.
Attività di prelievo dei germogli per il monitoraggio della Tristeza degli agrumi.
Giuseppe Pasciuta, Dirigente Responsabile della SOAT di Sciacca e presidente del Consorzio di tutela dell’arancia di Ribera DOP, ha evidenziato l’importanza del riconoscimento per tutto il territorio dei 14 comuni interessati alla coltivazione e ha presentato l’attività di ricerca intrapresa tra l’Assessorato, il CRA e altre istituzioni di ricerca con l’obiettivo di assicurare risposte e servizi ai produttori agrumicoli del territorio.
Peppe Pasciuta, Giuseppe Russo e colleghi presso il campo sperimentale per gli agrumi.
Giuseppe Russo, Ricercatore del CRA, ha presentato le nuove cultivar adattabili al territorio dell’arancia di Ribera, attualmente in prova in un campo sperimentale in agro di Sciacca, segnalando per la particolare precocità e per le qualità organolettiche la Fukumoto, più precoce di circa 10 giorni rispetto alla Navelina e tra le tardive la Powell e la Chislett. Successivamente ha sottolineato la problematica relativa ai nuovi portainnesti resistenti al virus della Tristeza degli agrumi: "La recente diffusione della Tristeza nella agrumicoltura siciliana, infatti, ha determinato la scelta e l’utilizzo di portinnesti tolleranti alla malattia e alternativi all’arancio amaro anche se già il problema era sentito nei reimpianti per i noti problemi di stanchezza del terreno".
Un momento della relazione di Giuseppe Russo.
"Attualmente le uniche alternative collaudate sono rappresentate dai citrange Troyer, Carrizo e C 35. L’utilizzo del citrumelo Swingle risulta interessante, ma limitatamente ai terreni che presentano un contenuto in calcare attivo limitato al 3-4%. Altro portinnesto utilizzabile nei terreni con calcare attivo inferiore al 3-4% è l’arancio trifogliato. Il CRA ha in studio diverse selezioni molto interessanti di Citrus latipes x arancio trifogliato che inducono elevate caratteristiche produttive al Washington Navel e resistenza alla Tristeza".
Sulla diffusione della malattia nel mondo, sulle modalità di trasmissione, sulla sintomatologia di CTV in piante con portinnesto Arancio amaro, si è soffermato Guido Sorrentino, Ricercatore del CRA, evidenziando come nelle aree siciliane ove è stato rinvenuto e in cui sono oggi presenti importanti focolai, parlare di eradicazione diventa quasi impossibile, e oggi, l’unica risposta al virus è il ricorso a portinnesti resistenti; nelle aree in cui ancora non è comparso, il monitoraggio costante, unito a tutte le altre misure quali l’esclusione dell’inoculo, l’immediata eradicazione qualora si rinvenissero piante infette e l’uso dei portinnesti tolleranti, diventa una soluzione ottimale e praticabile.
Ed è proprio questo il caso del territorio dell’arancia di Ribera, dove l’attività di monitoraggio, presentata da Angelo Caruso, Ricercatore del CRA e condotta a partire dal mese di aprile dai tecnici della SOAT di Sciacca e del CRA di Acireale, individuando 19 punti di prelievo nei quattordici comuni interessati alla coltivazione dell’arancia di Ribera DOP, in agrumeti vecchi e giovani, ha messo in evidenza che, per fortuna, il territorio è indenne da questa grave malattia, tra le più dannose e più distruttive degli agrumi, in quanto colpisce gravemente la maggior parte delle specie coltivate, soprattutto se innestate su arancio amaro. Tutti i campioni, infatti, al saggio ELISA sono risultati negativi.
Tale risultato rafforza l’importanza di adoperare opportune strategie da mettere in atto per salvaguardare il territorio DOP attraverso:
- la prosecuzione dell’attività di controllo e monitoraggio;
- l’utilizzo di materiale di propagazione certificato esente da infezioni di Tristeza;
- l’auspicio di produrre le piante in vivai del territorio, utilizzando fonti sane e certificate.
Un momento della relazione di Riccardo Tumminelli.
Toxoptera citricidus, l’afide marrone di cui si teme l’introduzione per la sua alta capacità di trasmissione del complesso della malattia da virus Tristeza, fortunatamente non è stato riscontrato. La cocciniglia rossa, monitorata ininterrottamente sin dal 1993, ha mostrato nel 2010 una netta flessione delle infestazioni. Il rischio è finora considerato, dunque, molto basso e non se ne consiglia l’intervento chimico. Si consiglia di continuare a monitorare l’insetto almeno fino ad agosto per valutare la necessità di effettuare il lancio aumentativo di insetti utili a partire da ferragosto.
Il prof. Antonino Catara, presidente del Parco Scientifico e tecnologico della Sicilia ha presentato il nuovo sistema che permette di individuare e caratterizzare con precisione i vari ceppi di virus della Tristeza degli agrumi e che sarà utilizzata in un progetto di monitoraggio sul territorio siciliano, finanziato dall’Unione europea. Di risanamento con la tecnica della coltura in vitro e del microinnesto ha parlato la prof.ssa Antonietta Germanà dell’Università di Palermo, apprezzando l’attività di monitoraggio e i risultati presentati.
Durante l’incontro e nella successiva giornata di visita al campo sperimentale di orientamento varietale di agrumi del gruppo Navel, infine, i partecipanti hanno potuto discutere ed approfondire con gli esperti sulle novità delle nuove cultivar e portinnesti, sul miglioramento della qualità delle produzione dell’arancia di Ribera e sui programmi di difesa integrata e biologica.
La platea.
Per fare fronte alle sfide future bisogna investire soprattutto in innovazione e sviluppare soluzioni compatibili con il territorio.
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Giuseppe Pasciuta
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