Per quanto attiene agli effetti della rivalutazione della moneta locale nei confronti del dollaro sulla commercializzazione di uva, Colombo risponde: "Le crisi valutaria ha avuto ripercussioni non solo sul mercato estero, ma anche su quello domestico. Nel caso dell'uva, per esempio, durante la precedente campagna 2006/07 il fattore valutario ha inciso sul rallentamento dei rendimenti, ma quest'anno gli effetti si sono sentiti anche maggiormente, stante l'ulteriore rafforzamento del peso rispetto al dollaro e l'aumento dell'inflazione".
"Il costo del lavoro è aumentato e i rendimenti per i produttori sono diminuiti, proprio una brutta combinazione di fattori. Una prima risposta ad una situazione del genere è chiaramente quella di dire che il sistema dovrebbe diventare più efficiente, ma i livelli dei costi correnti sono alti e talvolta superiori alla soglia di convenienza pratica ed economica del business stesso".
La strategia posta in essere dalla Subsole di fronte a un simile scenario "è presto detta", spiega Colombo: "Abbiamo diversificato la nostra offerta di frutta su diversi mercati, con diverse procedure di vendita. Non lavoriamo, per fare un esempio, con 10 importatori o clienti che abbiano gli stessi canali commerciali, Spedire di tutto di più verso il mercato europeo non ci sembra una buona idea. Riteniamo che la maggior parte dei volumi spediti là devono rientrare all'interno di una programma strutturato di medio periodo, invece che basarsi su situazioni di breve momento o di natura speculativa".
Le difficoltà commerciali sono state affrontate seguendo la logica principe della diversificazione, non soltanto in Europa. Come spiega Colombo, infatti: "Il processo di differenziazione va molto oltre, con l'apertura di nuovi mercati ogni anno per le nostre uve e con particolare attenzione sul grado di penetrazione espresso da ogni singola varietà. Gli accordi di libero scambio, in questo senso, aiutano moltissimo. Per esempio, al momento la Corea del Sud è la nostra principale destinazione sui mercati del Far East".
Le varietà di uva che hanno subito maggiormente i riflessi della contingente situazione economica sono state quelle che richiedono maggior manodopera o che risultano più instabili nella produzione. "La cultivar Thompson - spiega Colombo - è un esempio della prima situazione, mentre la Flames rientra nel secondo caso". Nelle prossime settimane, la compagnia Subsole avvierà la campagna delle clementine, mentre quella dei kiwi è ancora in pieno svolgimento.
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