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La Guardia di Finanza scopre truffa degli agrumi tra Sicilia e Calabria

C’è anche il sindaco di Capo d’Orlando (Messina), Enzo Sindoni, 46 anni, uno dei pionieri del movimento antiracket in Sicilia, tra le dieci persone arrestate dalla Guardia di Finanza di Siracusa nell’operazione "Orange" su una maxi truffa ai danni dell’Unione Europea.

Negli anni '90, Sindoni era stato tra i fondatori dell’Acio, prima associazione di commercianti e imprenditori nata per opporsi al "pizzo". Gli altri arrestati sono imprenditori operanti nel settore della trasformazione degli agrumi. Secondo l’accusa, con il sistema delle false fatturazioni avrebbero incassato indebitamente contributi europei per un ammontare complessivo di 10 milioni di euro.

Enzo Sindoni, bloccato nell’aeroporto Fontanarossa di Catania appena sbarcato dall’aereo proveniente da Torino assieme alla squadra di basket di Capo d’Orlando di cui è presidente, è coinvolto nella sua qualità di imprenditore e non di sindaco. È accusato, assieme alle altre 9 persone arrestate, di associazione a delinquere finalizzata alla truffa.

L’inchiesta, coordinata dal procuratore capo della Repubblica di Siracusa, Roberto Campisi e dal sostituto Angela Fantechi si collega a un’attività investigativa della Guardia di finanza avviata nel 2004. Gli altri arrestati sono: Giuseppe Zapparrata, 38 anni, di Scordia (Catania), Salvatore Roccaro, 69 anni, Maurizio Basile, 36 anni, Corrado Spada, 38 anni, tutti di Avola (Siracusa), Sebastiano Blandino, 49 anni, Salvatore Azzaro, 55 anni, entrambi di Siracusa, Anna Scalia, 62 anni, e suo figlio Salvatore Scuto, 37 anni, di Catania, Orazio Arcifa, 37 anni, di Acireale (Catania).

Secondo la Guardia di finanza, gli organizzatori della truffa sarebbero stati Azzaro, Blandino e Roccaro. Ad Azzaro e Arcifa sono stati concessi gli arresti domiciliari. Altre 60 persone, tutti imprenditori sono state denunciate alla Procura della Repubblica. L’indagine ha interessato oltre quaranta società con sedi in Sicilia e in Calabria. Sono stati sequestrati beni immobili e quote societarie per 2 milioni di euro e recuperati i contributi europei per 10 milioni di euro, secondo l’accusa incassati illecitamente.

Gli indagati, secondo gli inquirenti, fingevano di essere proprietari di appezzamenti di terreno o di averli in comodato d’uso per poter incassare i contributi europei destinati ai coltivatori che vendono gli scarti di lavorazione degli agrumi alle industrie di trasformazione. Ad aiutare questa rete di truffatori c’era un dipendente del catasto di Siracusa, che alterava le mappe catastali da allegare alle domande per accedere ai fondi dell’Unione Europea.

La Guardia di Finanza, al termine delle perquisizioni concluse da poco, ha sequestrato nelle abitazioni e nelle società degli indagati queste false documentazioni. Il sindaco di Capo D’Orlando, Enzo Sindoni, era inciampato, in passato in altri guai giudiziari, ma ne era uscito sempre indenne. Sindoni, che è amministratore dell’Upea, una grossa azienda agrumicola, era stato tra i fondatori dell’antiracket a Capo D’Orlando. Ha guidato l’amministrazione comunale tra il 1994 ed il 2003, ed era stato rieletto alle elezioni del 2006 con una lista civica.

Fonte: giornaledicalabria.net


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