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Mercati sempre piu' difficili da affrontare se non con nuovi strumenti

Rapporto Nomisma – Unaproa: il settore ortofrutticolo italiano incassa l'apertura del Mipaaf per una strategia nazionale

E' stato presentato ieri 4 maggio 2016 a Roma il Secondo Rapporto Nomisma – Unaproa sulla Competitività del Settore Ortofrutticolo Nazionale. Uno strumento utile non solo per capire meglio i tanti punti di forza del comparto, ma anche per evidenziarne le criticità e individuare le materie che necessitano di interventi urgenti.



Peso e valore dell'ortofrutta in Italia
Troppo spesso il settore ortofrutticolo viene sottovalutato; e invece rappresenta la prima voce dell'export agroalimentare italiano, con un valore che nel 2015 ha raggiunto gli 8 miliardi di euro, pari al 22% del totale nazionale.


Da sinistra a destra: Adinolfi, De Castro, Schiavelli, Agostini (moderatore), Olivero e Pantini.

"Oggi nel nostro Paese un agricoltore su tre coltiva ortofrutta", ha sottolineato il presidente Unaproa Antonio Schiavelli nel suo discorso di apertura dei lavori, alla presenza dell'On. Paolo De Castro, del viceministro all'agricoltura Andrea Olivero, del Prof. Felice Adinolfi dell'Università di Bologna, di Carlo Chiostri dell'Accademia dei Georgofili e di Denis Pantini, Direttore Area Agricoltura e Industria Alimentare di Nomisma (vedi articolo correlato sui dati principali emersi nel Rapporto). Assente invece l'assessore pugliese all'agricoltura Leonardo Di Gioia, il quale ha inviato un messaggio scritto.


In prima fila, oltre al Cav. Paolo Bruni e al presidente di Italia Ortofrutta Gennaro Velardo, anche due past-president Unaproa: Fabrizio Marzano e Mario Alberto Levi (primi sulla destra), a segnare la continuità dell'Unione Nazionale pur nei suoi cambiamenti.

Il settore ortofrutticolo, come Schiavelli ha tenuto a sottolineare, non esprime però solo numeri; è quello che impatta maggiormente sulle economie locali, rappresentando in molti casi un freno all'abbandono di intere aree produttive e un valido contrasto a fenomeni delinquenziali, oltre che una mitigazione al depauperamento ambientale e paesaggistico: "Siamo portatori di interessi collettivi, e marcatori identitari; non produciamo solo frutta e verdura; siamo un pezzo della ricchezza e dell'identità del Paese", ha rimarcato il presidente Unaproa, ricordando che spesso il discrimine tra la sopravvivenza o la sconfitta delle imprese produttrici sta in soli 10 centesimi; una realtà avvilente, figlia di un sistema commerciale che spesso ragiona in termini di prezzo anziché di valore.


Paolo De Castro e Antonio Schiavelli.

Non solo aggregazione, ma strategia
Proprio per riportare valore nella filiera ortofrutticola, bisogna ripartire dalla consapevolezza del quadro complessivo: ecco la ragione del Rapporto Unaproa - Nomisma (la prima edizione venne rilasciata nel 2015). Esso va infatti inteso come uno strumento di monitoraggio e di indirizzo di policy per la filiera: la capacità di anticipare le tendenze di consumo e monitorare il posizionamento competitivo dei prodotti italiani è fondamentale per garantire la sostenibilità economica delle imprese.


Denis Pantini ha presentato i dati salienti del Rapporto sulla competitività del settore ortofrutticolo italiano - Clicca qui per l'articolo dedicato.

La sfida delle OP-Organizzazioni di produttori oggi, come emerso anche nell'analisi dello strumento OCM ortofrutta fornita solo pochi giorni prima nel convegno dell'altra Unione Nazionale Italia Ortofrutta (cfr. FreshPlaza del 29/04/2016) è non più solo meramente quello di aggregare la produzione, bensì quello di assolvere a una funzione di governo del processo produttivo, delineando strategie e fornendo servizi agli associati e strumenti avanzati a tutela del reddito delle imprese.

L'accesso (ancora difficile) al credito

Strumenti che oggi esistono, anche nell'ambito di un rapporto più maturo con le Banche. Come emerso nell'incontro di ieri, infatti, uno dei talloni d'Achille per la competitività del sistema ortofrutticolo italiano è proprio la difficoltà nell'accesso al credito e la scarsa rispondenza dell'offerta bancaria alle esigenze delle imprese agricole. "Vanno cambiati i parametri di valutazione con i quali gli Istituti di Credito analizzano il rischio di queste aziende - ha dichiarato il viceministro Olivero - Il settore agricolo, e in particolar modo quello ortofrutticolo, ha un grado di resilienza e stabilità ben diverso rispetto ad altri comparti produttivi. L'imprenditore agricolo non scappa se le cose vanno male!"



Oltre all'azione diretta del Governo nel credito agroalimentare specializzato, con accordi specifici con Intesa Sanpaolo e Unicredit per programmi di investimento da 12 miliardi di euro nei prossimi tre anni, dedicati interamente al settore primario, un aiuto da non sottostimare potrebbe venire - come indicato dal Prof. Adinolfi - dai fondi di mutualizzazione, cioè dei "tesoretti" alimentati dai contributi privati versati dagli agricoltori aderenti e che costituiscono un modo per ripartire il rischio (di danni climatici, ma anche di andamenti sfavorevoli del reddito aziendale, come nel caso dell'Income Stabilisation Tool - IST) tra gruppi di produttori; tali fondi potrebbero rappresentare una garanzia aggiuntiva pure nel rapporto con le Banche.


Felice Adinolfi.

Inoltre, sui nuovi strumenti come l'IST, Adinolfi ha sottolineato: "Il rischio di reddito, per le imprese agricole, è il rischio che ingloba tutti gli altri. Per potersi proteggere efficacemente da questo occorrerebbe raccogliere nei fondi di mutualizzazione la più ampia diversificazione geografica e di assortimento produttivo, proprio per diluire il rischio".


Le tre sottomisure per la gestione del rischio contemplate nell'ambito del Programma di Sviluppo Rurale Nazionale - Mis. M17 (clicca qui per un ingrandimento).

Il ruolo della ricerca e innovazione
Certo, le sfide che l'ortofrutta italiana ha di fronte a sé non sono solo quelle del mercato interno; c'è la competizione internazionale (vedi i dati salienti del rapporto Rapporto Unaproa-Nomisma) e c'è una lotta ancora più titanica: quella contro i cambiamenti climatici.


L'impressionante aumento nella frequenza dei disastri naturali nel mondo negli ultimi decenni. In verde i disastri meteorologici, in blu quelli idrogeologici, in arancione quelli climatici (clicca qui per un ingrandimento).

Su tutti questi fronti "bellici", il ruolo della ricerca e dell'innovazione possono essere cruciali, come ha sottolineato Carlo Chiostri nel suo intervento e nel ricordare la prolusione del Presidente dell'Accademia dei Georgofili, Prof. Giampietro Maracchi in occasione del 263° Anno accademico (cfr. FreshPlaza dell'11/04/2016).


Carlo Chiostri

Chiostri ha evidenziato come pure i Piani di Sviluppo Rurale contemplino oggi opportunità e strumenti funzionali ad affrontare il mercato anche attraverso il rapporto tra ricerca e impresa, un rapporto che deve includere non solo aspetti tecnici, ma anche temi gestionali e organizzativi.



Il sostegno della politica
Gli attesi interventi dell'On. Paolo De Castro e del viceministro Andrea Olivero hanno dato conto di quanto sia in atto sul piano politico europeo e nazionale.

L'europarlamentare De Castro non ha sottaciuto le sue preoccupazioni in merito al lavoro di modifica dell'Atto Delegato n° 543 del 2011 sui Programmi operativi del settore ortofrutticolo, cosa su cui proprio contemporaneamente stava discutendo il Comitato Misto Ortofrutta di Francia, Italia e Spagna (cfr. FreshPlaza del 29/04/2016).



"Il modello delle OP è nato un po' sul funzionamento italiano, speriamo che non ce lo rimettano in discussione e che il sistema non diventi penalizzante per le nostre organizzazioni, proprio oggi che dovremmo puntare semmai a potenziarle", ha dichiarato De Castro.

Sul fronte nazionale, invece, il viceministro Olivero ha condiviso gli obiettivi cruciali che il settore ortofrutticolo organizzato dovrà perseguire per competere: passare dall'aggregazione - che in ogni caso deve crescere - alla pianificazione, compiendo un salto culturale, e rispondere alla rapidità dei cambiamenti in atto nel mercato internazionale puntando sull'innovazione.


Olivero durante il suo intervento.

Infine, l'intervento del viceministro ha confermato l'apertura, da parte del dicastero, alla costituzione di quanto già più volte richiesto dal settore ortofrutticolo: un Piano Strategico Nazionale, cioè un piano di lavoro coordinato tra tutti i soggetti del comparto, cooperando insieme e valutando quelle che sono le scelte, le priorità e le criticità per singolo settore produttivo; un piano nazionale che richiede la corresponsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti: "Noi siamo disponibili a questo confronto - ha detto Olivero - Propongo di stilare a breve un calendario di incontri".