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Le sfide del settore frutticolo stanno nella scelta varietale e nei nuovi mercati: intervista a Michelangelo Rivoira

"Per il futuro dell'actinidicoltura, puntare solo sul kiwi Hayward può essere pericoloso, poiché la produzione è ovunque in aumento. Se si riesce a convivere con il problema della batteriosi, cosa che sembra possibile, anche noi in Italia ci troveremmo ad avere una produzione importante; e lo stesso accadrebbe a livello europeo; l'ideale, quindi, sarebbe produrre kiwi che vadano bene per l'Estremo Oriente. Sappiamo benissimo,a tal proposito, che gli asiatici preferiscono il kiwi giallo". Così dichiara Michelangelo Rivoira (in foto qui sotto) del Gruppo Rivoira di Verzuolo (CN) in un'intervista a FreshPlaza.



L'imprenditore osserva: "Indubbiamente, con la sua crescita produttiva nel settore del kiwi, la Grecia ci creerà grossi problemi in modo particolare in un'annata come questa, in cui si prevedono abbondanti volumi di kiwi Hayward. Nei primi mesi di vendita del prodotto, quindi, forse fino a inizio gennaio, avremo delle difficoltà, che già si avvertono oggi, nonostante la campagna dell'Hayward debba ancora iniziare. Per il momento si sta commercializzando del kiwi giallo, per il quale si spuntano buoni prezzi, essendo i quantitativi estremamente limitati. Ma tutto questo non potrà durare nel futuro, per cui noi prevediamo mercati estremamente pesanti; una previsione, del resto, condivisa anche da altri operatori del settore".

Attualmente esistono sul mercato diversi cloni di kiwi a polpa gialla, che risultano estremamente interessanti. Michelangelo nota: "In futuro dovremo puntare su queste varietà, anche se rimane sempre l'incognita della resistenza alla batteriosi, che deve essere sperimentata e verificata. In passato le vecchie varietà di kiwi giallo hanno dimostrato più sensibilità al batterio Psa rispetto a quelle a polpa verde. Attualmente abbiamo alcune cultivar in sperimentazione, ma dobbiamo ottenere la certezza di una resistenza a Psa o, perlomeno, di un'elevata tolleranza alla batteriosi come nel caso dell'Hayward. Per le varietà gialle, il Gruppo Rivoira ha in esclusiva, insieme ad altri due gruppi, il kiwi precoce Dorì, che è un frutto meraviglioso; inoltre, dai test-agreement effettuati in Arabia è risultato molto apprezzato".

Oltre alla varietà gialla, il Gruppo Rivoira - all'interno del nuovo Gruppo Origine - ha in sperimentazione anche una varietà a polpa rossa (cfr. FreshPlaza del 13/10/2015), ottima per le caratteristiche organolettiche, ma per la quale occorre ancora validare la tecnica colturale, la resistenza a batteriosi e la conservazione: "Ciononostante, credo molto in questa varietà rossa", dichiara Michelangelo.

Per quanto riguarda il baby kiwi Nergi, secondo l'imprenditore va bene per le aziende a livello famigliare, è un mercato di nicchia, ma non vanno bene per aziende come Rivoira poiché ha problemi di scalarità di maturazione e problemi di conservazione, è un kiwi che deve essere venduto localmente ed è importante avere un prodotto per il mercato locale.

In questi anni stiamo notando la disaffezione dei produttori per il kiwi, che lo stanno sostituendo con il melo, generando un eccesso di produzione che deve essere assorbita dai mercati. Solo con il miglioramento varietale si potrà nuovamente convincere i produttori a tornare sui loro passi e quindi avere anche quantitativi più equilibrati.


Una veduta aerea dello stabilimento. (Foto per gentile concessione del Gruppo Rivoira).

Export: quali Paesi risultano più promettenti per il futuro?
Come già detto a giugno, le misure restrittive adottate dalla politica interna e i problemi di liquidità sui conti correnti degli importatori Egiziani persistono (cfr. FreshPlaza del 25/06/2015), così come i problemi legati alla sicurezza dei trasporti nei Paesi Nord-Africani.

"L'esportazione in questi Paesi è al momento difficoltosa - spiega Michelangelo Rivoira - tuttavia quello nord-africano continua a essere un mercato importante per l'Italia, considerate sia la posizione geografica sia l'entità dei consumi. In 4-5 giorni il nostro prodotto raggiunge l'Egitto; inoltre il trasporto navale costa meno di quello terrestre: di conseguenza a noi costa meno trasportare in Nord-Africa che non in Germania; infine, non si dimentichi che la mela rossa, dopo la banana, è il frutto più consumato in Egitto, come in altri Paesi Arabi, per cui questo prodotto è una commodity (= frutto di massa). I nostri politici dovrebbero quindi attuare delle misure per definire accordi commerciali che semplifichino il mercato, ma invece sentiamo solo parole e i problemi restano insoluti".

Rivoira ritiene che la scelta di realizzare, nella prossima primavera 2016, una fiera ortofrutticola in Egitto (Mac Fruit Attraction) potrà avere una ricaduta positiva sulle misure politiche interne egiziane e, conseguentemente, anche sugli scambi commerciali: "Più ci avviciniamo a questi mercati e più sarà facile incrementare il lavoro; ma prima di tutto abbiamo bisogno che cessino i problemi legati alla sicurezza".

Oltre al Nord-Africa, molto interessante appare il mercato iraniano, in cui il ceto medio ha notevoli disponibilità di acquisto: "Naturalmente dovremmo affrettarci a conquistare questo mercato, prima che lo facciano altri Paesi. In questo senso, i Francesi sono più reattivi di noi alla risoluzione dei problemi; per esempio la questione fitosanitaria riguardante la frutta esportata in Cina è stata già risolta per la Francia, mentre l'Italia è ancora in alto mare! La Cina è un altro mercato estremamente importante, ma al momento non possiamo spedirvi le nostre mele, perché non esistono accordi fitosanitari: noi abbiamo clienti cinesi che ci chiedono di vendere il prodotto ai francesi, per poi ricevere le mele in Cina!"

"La Cina, invece, potrebbe essere un mercato straordinario, c'è un potenziale di acquisto notevole, quindi i nostri Ministeri dovrebbero agire per eliminare questi ostacoli, così come hanno fatto in altri Stati. L'accordo bilaterale Italia-Cina già stipulato per l'export di kiwi, bisognerebbe riuscire a farlo anche per le mele, i cui quantitativi sono superiori e la Cina potrebbe assorbirli tutti. Inoltre, l'interesse sarebbe proprio per la mela rossa che la Cina non ha, a parte la Fuji, la cui produzione comunque non soddisfa la domanda. La Cina non dispone di quella scelta varietale che noi potremmo offrire. Si sente parlare della Cina, come grande produttore di mele e di kiwi in termini di superficie investita e di volumi, ma in realtà non dispone di attrezzature e strutture adeguate per la conservazione della frutta; pertanto la produzione cinese deve essere consumata in 50-60 giorni, perché altrimenti poi deperisce".

Il bilancio sul raccolto delle mele
Per quanto riguarda il raccolto delle mele, Rivoira commenta: "A causa di un'estate estremamente calda, quest'anno la produzione è risultata inferiore al 2014 in termini sia di resa sia di qualità. Il calo è stato particolarmente significativo per le mele rosse; adesso la sfida sarà la conservazione, visti gli indici di maturazione delle mele. Per quanto riguarda la Gala, che essendo una varietà estiva sopporta meglio il caldo, la qualità è stata buona e il mercato la sta assorbendo a prezzi soddisfacenti. Per quanto riguarda le mele rosse tipo RedChief, ci sono stati problemi di calibro molto grande e quindi difficoltà nella conservazione. Si stima dal 20 al 25% in meno di volumi per la mela rossa.

Per la mela Ambrosia, sono state soddisfatte le aspettative come quantitativi, il colore è inferiore mentre il livello zuccherino maggiore rispetto al 2014, la merce è indubbiamente più buona. "La conservazione rimane un punto interrogativo - osserva l'imprenditore - anche se la tecnologia messa a punto per questa mela dovrebbe garantirci una buona conservazione, nonostante le condizioni iniziali del prodotto. Normalmente la conservazione è di 6 mesi, ma vista la grande richiesta di Ambrosia, il prodotto viene esaurito sempre prima".



Il nuovo magazzino di lavorazione delle mele, uno dei più grandi in Europa
I lavori per il nuovo magazzino del Gruppo Rivoira stanno procedendo come da tabella di marcia: a marzo 2016 si prevede di fare già il collegamento tra magazzino e zona di pre-calibro, in modo da verificare sia la struttura sia il software di logistica del magazzino ed essere operativi al 100% entro agosto 2016.


Lavori in corso nel cantiere. (Foto per gentile concessione del Gruppo Rivoira).

"Dobbiamo collaudare tutto. Questo stabilimento del tutto automatizzato è costituito da 2 magazzini e 3 sale di lavorazione. Le mele verranno trasferite dalle celle di conservazione (che sono 56) al magazzino 1 (capienza di 18.000 bins a 0°C e 98% UR), che trasferirà le mele al piano interrato di pre-calibro; dopo la calibratura, le mele ritorneranno nel magazzino 1, che automaticamente convoglierà le mele al piano 0, in cui vi sono 5 linee di lavorazione e confezionamento del prodotto. Da qui, il prodotto confezionato verrà spostato nel magazzino 2 (capienza di 2.000 pallet a 2°C e 45% UR) al quale accederanno i tir per il carico (capacità max di carico 120 pallet/h, cioè 120 t/h). Il piano 1 è adibito alle macchine per il packaging, che viene convogliato alle linee di lavorazione del piano 0. Le altre macchine verranno collegate verso giugno, poiché sono già collaudate, mentre le incertezze riguardano la novità della gestione e movimentazione automatica del magazzino".


(Foto per gentile concessione del Gruppo Rivoira).

Michelangelo si è detto molto soddisfatto dei lavori finora realizzati, sottolineando che questo magazzino è nato da esigenze produttive. L'espianto di actinidieti e pescheti e la sostituzione di questi con meleti ha incrementato la produzione di mele: gli agronomi che seguono i produttori conferenti al gruppo Rivoira hanno infatti stimato che nel 2016 la produzione del gruppo sarebbe arrivata a 70.000 tonnellate, per cui Rivoira avrebbe dovuto scegliere tra realizzare un'altra struttura simile a quella già esistente e raddoppiare i costi, oppure realizzare un'unità di lavorazione ad elevata tecnologia, in grado di lavorare interamente la maggiore produzione stimata.


Una veduta interna di una parte dei lavori in corso.

Nonostante l'impresa ambiziosa del magazzino automatico di lavorazione delle mele, Michelangelo auspica anche un ritorno alla coltivazione dell'actinidia, visto che il Piemonte ha la vocazionalità per questi due frutti molto apprezzati nel mondo.

Contatti:
Gruppo Rivoira/Kiwi Uno

Via Mattona 174/C
Verzuolo (CN)
Tel.: +39 0175 280811
Email: info@rivoira.it
Web: www.rivoira.it