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Tra i relatori al Convegno Nazionale sul Ciliegio 2.0

"Guglielmo Costa: "La copertura dei frutteti non e' piu' un limite, ma un'occasione di sviluppo"

di Rossella Gigli - Chief editor/Manager FreshPlaza.IT

"Solo pochi lustri fa, dire 'facciamo un ciliegeto sotto tunnel o sotto serra' sarebbe sembrata una pazzia. Oggi, con i mutamenti climatici in atto, la copertura dei frutteti è diventata una necessità". Così sottolinea il Prof. Guglielmo Costa, ordinario presso il Dip. di Scienze Agrarie dell'Università di Bologna e tra i relatori in occasione del Convegno Nazionale sul Ciliegio di Vignola (25 febbraio 2015).

La storia della sperimentazione sui sistemi di copertura da parte dell'Ateneo risale all'inizio degli anni '90, con le reti antipioggia: "Oggi siamo ancora impegnati in questo filone di ricerca per le innovazioni che stanno interessando le coperture, non più monouso come un tempo, ma dotate di funzioni più ampie, come la difesa da agenti abiotici e biotici".

Insomma, le coperture sono passate dall'essere strumenti passivi al diventare strumenti attivi in frutticoltura, come spiega il Porf. Costa: "I film plastici di nuova generazione sono capaci di funzioni avanzate, grazie a materiali in grado di far passare lunghezze d'onda specifica, o heat protective che consentono non solo di esercitare un effetto anti-craking, ma di controllare la maturazione e la qualità dei frutti. Anzi, con alcune ditte stiamo discutendo per sviluppare materiale ad hoc in grado di controllare la maturazione e la difesa da agenti anche biotici. Le sperimentazioni sono appena iniziate e tutte da continuare e approfondire, ma la strada intrapresa è quella giusta".



L'ottimizzazione delle coperture risulta oggi fondamentale. Il docente aggiunge: "L'obiettivo è quello di arrivare a una copertura multiuso, ottenendo più effetti positivi in una volta. Un tempo, le coperture avevano dei pro e dei contro; magari difendevano dalla pioggia, ma poi rischiavano di ombreggiare troppo le piante, ostacolando la fotosintesi e la colorazione dei frutti. Oggi invece i teli stanno diventando strumenti agronomici preziosi, in grado di anticipare o ritardare il momento della raccolta, migliorare la qualità organolettica dei frutti, ostacolare lo sviluppo di fitopatie. Il telo, inoltre, è anche rinfrescante, riflettente, ci mette al riparo da molti fattori aleatori, consentendo una coltivazione in pieno campo senza rimanere in balia degli elementi. L'orticoltura in ambiente protetto insegna, da questo punto di vista!"

Le coperture stanno anche trasformando le tecniche di allevamento delle piante e la disposizione dei frutteti: "Gli impianti odierni sono ad alta densità di piantagione e, sotto la copertura, le piante vengono allevate in modo da non ostacolare la meccanizzazione, al fine di semplificare le operazioni di lavorazione nei frutteti coperti. Ecco come la copertura, da limite che era un tempo, si è trasformata in occasione di sviluppo, di mutua collaborazione tra telo e pianta, e di sperimentazione di nuove forme di produzione. Inoltre, sta crescendo tutto l'indotto relativo alle coperture, in primis quello che lavora alla creazione di nuovi sistemi semplificati di apertura e chiusura dei teli"

Il trasferimento tecnologico alle imprese, operato dal Dipartimento universitario sul territorio con attività di ricerca e sperimentazione dedicate (Misura 124 della Regione Emilia-Romagna) e in collaborazione con il Consorzio della Ciliegia Tipica di Vignola ha avuto effetti decisivi: "Siamo passati - ricorda il Prof. Costa - dai 50 ettari coperti agli attuali 250. La movimentazione automatica dei teli ha certamente contribuito, ma spero che lo abbiano fatto anche i tanti convegni, incontri, pubblicazioni, report che abbiamo organizzato su questo tema".


Guglielmo Costa e Stefano Lugli dell'Università di Bologna in un ciliegeto coperto.

Sull'incidenza dei costi delle coperture per le imprese frutticole in generale e cerasicole in particolare, il docente spiega che nei paesi dove la coltivazione di ciliegie è semi-intensiva, come in Turchia, Spagna e area mediterranea, il reddito ad ettaro non è tale da agevolare l'adozione dei teli, mentre: "Se la cerasicoltura è specializzata (come in Nord Italia, Francia, Germania, etc.), dove si riescono a realizzare alte PLV (60-70.000 euro/ha) le coperture vengono ammortizzate più facilmente e si sente la necessità di salvaguardare un prodotto di alta qualità. La spesa iniziale incide notevolmente, ma la durata del sistema di copertura può tranquillamente coprire un arco di tempo (in situazioni ordinarie) di ben 15-20 anni. Inoltre, gli avanzamenti in atto sui materiali, renderanno più facile, in futuro, effettuare delle sostituzioni".



L'occasione del Convegno Nazionale sul Ciliegio di Vignola è dunque da non perdere. Il Prof. Costa conclude: "Sono trascorsi quattro anni dall'ultimo convegno, anni nei quali sono stati ottenuti risultati interessanti. Si tratta perciò di un'importante occasione per fare un aggiornamento delle conoscenze. L'obiettivo dei lavori congressuali sarà quello di coprire la filiera produttiva in modo completo ed esaustivo, dal miglioramento genetico, alle tecniche pre- e post-raccolta, dalla difesa fitosanitaria alle coperture, con l'obiettivo finale di produrre alta e affidabile qualità, come il mercato richiede. Si parlerà di ricerca applicata, tentando di usare un linguaggio adatto agli operatori e imprenditori cerasicoli e al mondo che li circonda. Speriamo di riuscire nell'intento di un trasferimento tecnologico 'in tempo reale' e consideriamo questo incontro un vero e proprio seminario di aggiornamento".

Clicca qui per scaricare il programma del Convegno.

Contatti:
Dott. Stefano Lugli
Dipartimento di Scienze Agrarie
Area scientifica Colture Arboree
Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
Viale Giuseppe Fanin, 46
40127 Bologna (Italy)
Tel.: +39 051 2096413
Fax: +39 051 2096401
Cell.: +39 335 1798877
Skype: stefanolugli.unibo
Web: www.ciliegio.unibo.it

FreshPlaza è media partner dell'evento.

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Guglielmo Costa - Professore Ordinario in Arboricoltura generale e coltivazioni arboree presso il Dipartimento di Scienze Agrarie dell'Università di Bologna-Alma Mater. Svolge attività di ricerca in diversi progetti legati alla frutticoltura, come KiwiQuality, ISAFRUIT, Q-detect, progetti su melo, pero e ciliegio. E' Autore di oltre 650 pubblicazioni scientifiche e insignito da diverse onorificenze per le sue attività di ricerca.