Prezzi al consumo a marzo 2018: online le stime preliminari
La ripresa dell'inflazione si deve a diverse componenti. La più rilevante è l'inversione di tendenza fatta registrare dai prezzi dei beni alimentari, trainata dal rialzo degli alimentari lavorati (+2,5%, da +1,3% di febbraio) e favorita dall'ampia riduzione della flessione degli alimentari non lavorati (-0,4% da -3,2%). A contribuire all'accelerazione dell'inflazione sono anche i prezzi dei tabacchi (+2,2% da +0,3%) e dei servizi relativi ai trasporti (+2,5% da +1,9%).
Pertanto, tenuto anche conto del rallentamento fatto registrare dai prezzi dei beni energetici (+3,0% da +3,7%), soprattutto non regolamentati (+1,1% da +2,1%), sia l'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi sia quella al netto dei soli beni energetici salgono rispetto al mese precedente e si attestano rispettivamente a +0,9% (da +0,6%) e a +0,7% (da +0,2%).
L'aumento su base mensile dell'indice generale è dovuto principalmente al rialzo dei prezzi degli alimentari lavorati (+1,3%) e dei tabacchi (+1,8%), cui si aggiunge quello dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+1,7%).
La dinamica dei prezzi degli alimentari non lavorati riflette quella dei vegetali freschi, che salgono dello 0,6% su base mensile (-8,9% la variazione annua, che attenua sensibilmente la flessione del 21,4% registrata a febbraio, risentendo in larga parte del confronto con marzo 2017 quando i prezzi dei vegetali freschi fecero segnare un ribasso congiunturale pari a -13,2%). Risultano invece in calo i prezzi della frutta fresca (-0,3% il congiunturale; +1,0% la variazione annua, in attenuazione da +3,0% registrato nel mese precedente).
L'inflazione acquisita per il 2018 è pari a +0,7% per l'indice generale e +0,4% per la componente di fondo.