Per la Grande distribuzione organizzata il futuro e' social
Il numero dei social si è moltiplicato e molti sono, o possono essere facilmente incrociati: Facebook e Twitter, Linkedin, e poi Pinterest, Instagram, Google Plus, Tumblr. Perché non misurare anche le discussioni sui sistemi di messaggistica istantanea, come WhatsApp, Telegram, Snapchat, Line? Recensioni, commenti, interazioni, e per le aziende la ricerca del reach.
Presidio dei social, interazione, ma anche dimensione aziendale, capacità dei manager di proporre. La Gdo non è semplicissima, è articolata e la sua immagine è legata a tanti fattori. Ma si possono confrontare le insegne?
L'analisi ha permesso di individuare i 4 quadranti principali: e-reputation, attenzione verso i principali trend di consumo e campagne commerciali, chiavi di ricerca e ottimizzazione sui motori di ricerca, risultati sui social e relativa strategia di supporto.
L'immagine delle insegne, poi, dipende anche dal comportamento a 360 gradi, come per esempio Lidl che si è vista penalizzare anche sui social dopo la multa di oltre 500mila euro dell'AGCom per olio Primadonna che non era extra vergine, per cui l'analisi ha una valenza temporale limitata. In qualsiasi caso. Auchan, Carrefour, Conad, Coop, Despar, Esselunga, Lidl e Penny hanno ovviamente un percepito che è relativo al proprio fatturato e al numero di clienti. Coop, Conad e Carrefour svolgono il ruolo di leader e le due aziende italiane sfruttano anche il fatto di poter comunicare in maniera diretta attraverso le assemblee dei soci. Lidl è però l'insegna che riesce meglio a far parlare di sé e a entrare in contatto coi clienti, seguita da Coop e Conad.
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