La complicata vita di un fruttivendolo a Venezia
A queste e ad altre domande abbiamo cercato risposta venerdì scorso, 17 giugno 2017, a Venezia, scoprendo che vendere frutta non è facile neppure in qui. Addentrandoci fra calli e canali della città lagunare, ci siamo soffermati sulla distribuzione di frutta e verdura operata dai chioschi ambulanti.
Bancarelle di frutta e verdura in una calle di Venezia
Nostro interlocutore Anwar Hossan, 30enne originario del Bangladesh, cittadino italiano, imprenditore da un anno. "Lavoravo come operaio a Marghera – spiega – e facevo il saldatore. Un lavoro duro, però la paga era sicura, c'erano i giorni di ferie e il riposo. Ora ho scelto di mettermi in proprio e vendere la frutta, ma le ore sono tante, pago degli operai part time e il guadagno è poco. Non so se ho fatto bene, però mi piace pensare di essere un imprenditore e dare lavoro ad altri. Posso crescere e migliorare".
Hanwar Hossan con un bicchiere di ciliegie in mano.
Con molta franchezza, Hossan ci mostra i suoi conti. L'affitto del posteggio costa 1.464 euro al mese. La bancarella si trova al centro di una calle, insieme a tante altre, gestite per lo più da stranieri. L'affitto del "magazzino", una specie di cantina con una piccola cella frigorifera per la conservazione della frutta di notte, costa 500 euro al mese e si trova a poche decine di metri di distanza. Poi Hossan ha tre dipendenti part time, che gli costano 2.200 euro al mese in tutto. Senza dimenticare la parcella del commercialista e le varie tasse.
Un po' di tutto, esposto alla rinfusa.
Ma quale ricarico può applicare un commerciante di Venezia, con tutti i disagi che esistono nella gestione di un posto ambulante? "Acquisto la frutta all'ingrosso, a Marghera, andando al mercato alle 3 del mattino– spiega Hossan – e la rivendo in media al doppio di quello che la pago. A volte la maggiorazione e superiore, a volte inferiore. Dipende. Negli ultimi giorni, ad esempio, con la pioggia e il freddo la gente ha acquistato poco e i prezzi sono diminuiti".
Bicchieri artigianali per il consumo di frutta da passeggio.
Guardando la sua bancarella, si notano albicocche a 8 euro il chilogrammo, ciliegie a 10, mele e le pere a 3,99, fichi a un euro l'uno. Il venditore cerca anche di fornire dei servizi ai consumatori: ecco allora i bicchieri di frutta già tagliata con anguria, melone, fragole, ciliegie, kiwi, ananas, uva. A seconda della composizione, ogni bicchiere (che pesa almeno 200 grammi, ci tiene a precisare Hossan) costa 1 o 2 euro, con sconto per chi ne compra tre (cinque euro invece di sei).
Alle 18:30 del giorno ha battuto 128 scontrini, con una media di 12 all'ora. Ogni acquisto è di importo piuttosto modesto: una coppia che compra due bicchieri di frutta tagliata, qualcuno che prende due pesche e tre albicocche, e chi sceglie una vaschetta di fragole.
"Il guadagno è poco, anche perché c'è molto scarto, specie quest'anno. Butto via in media da 2 a 10 chilogrammi di frutta al giorno. Ad ogni modo – conclude – anche se, tolte le spese, per me rimane ben poco, sono felice".