Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Collaborazione tra Consorzio Agrario di Ravenna e Bayer

Faenza (RA): presentati i risultati di alcune tecniche agronomiche sostenibili su pesco, albicocco e susino

"Premesso che non esiste un prodotto miracoloso, abbiamo voluto portare i risultati di questa esperienza, giunta al suo secondo anno", ha esordito ieri Paolo Amadei, del Consorzio Agrario di Ravenna. Il 22 febbraio 2016, infatti, il Consorzio ha presentato ad agricoltori e tecnici della zona i risultati di una ricerca condotta in campo anche con la collaborazione della Bayer per lo sviluppo di tecniche agronomiche che fossero sostenibili dal punto di vista ambientale per le principali colture frutticole della Romagna: pesco, susino e albicocco.

Si tratta, ha continuato Amadei, di "un insieme di pratiche per ottenere un determinato obiettivo", cioè un prodotto per certi aspetti migliore e utili maggiori per il produttore. Tra le tecniche studiate nei due anni di sperimentazione in campo, sul pesco, e presentate ieri c'è il diradamento meccanico, per cui "serve un po' di praticità perché dipende dalla varietà, dal momento. E' comunque seguito da un diradamento manuale, ma permette di risparmiare il 45% della manodopera".


Paolo Amadei, del Consorzio Agrario di Ravenna.

E' stato studiato inoltre il monitoraggio dell'umidità del suolo "per decidere quando, quanto e per quanto tempo irrigare. Monitorando l'umidità non siamo mai andati al di sotto del punto di appassimento, a differenza di quanto accaduto con tecniche più tradizionali e usando un 15% di acqua in meno".

Allo stesso modo è stato monitorato il suolo, per sapere quanti e quali nutrienti conteneva: "Conoscendo la composizione in nutrienti del terreno, abbiamo deciso come concimare. Vogliamo che questa macchina (il frutteto, ndr) sia al top, ma senza sciuparsi". Così, se monitorando il suolo si sono usati 100 e 30 kg rispettivamente di azoto e potassio, con i metodi tradizionali gli apporti sono stati di 182 e 69 kg.

Usando invece strumenti come il DA-Meter è stata monitorata l'esatta maturazione "perché non esistono più le pesche bicolori (che cambiano colore alla piena maturazione, indicando il momento giusto per raccogliere) e alcune varietà colorano anche giorni prima della maturazione, come Big Top. Conoscere il grado di maturazione ci permette anche di sapere quando trattare, per essere certi di rispettare i tempi di carenza".

In definitiva, nella propria sperimentazione, il Consorzio Agrario ravennate segnala che usando le tecniche agronomiche mirate, la produzione finale di pesche è inferiore a quella ottenuta con tecniche classiche (26,3 ton/ha contro 27,3), con meno frutti per pianta (in media 126,5 contro 159); frutti che però sono di pezzatura più grossa (208 gr l'uno contro 172 gr). "A parità di scarto, abbiamo ottenuto un 60% di frutti di classe AA e AAA rispetto al metodo tradizionale". Da un calcolo di redditività effettuato dal Consorzio, questo si traduce in una maggiore PLV, cui sono da sottrarre costi minori perché si sono usati meno concimi e soprattutto un minore numero di ore di manodopera.

Sull'albicocco, i test del Consorzio si sono invece concentrati sull'uso di paio di biostimolanti, uno usato nel 2015 durante la fioritura della cultivar Kyoto, in un momento climatico di pioggia, vento e freddo. I risultati sono stati presentati ieri: "L'allegagione – ha spiegato Amadei – è passata dal 28 al 45%. Pensavamo che questo avrebbe portato a frutti di peso inferiore, essendocene di più per pianta, e invece il peso finale delle albicocche trattate è risultato maggiore di quelle non trattate (più di 60 gr per frutto contro 50 gr). Per quanto riguarda l'uso del secondo biostimolante su albicocco, ha spiegato Amadei, "c'è stato un peso maggiore al primo e al secondo stacco. Lo stesso prodotto, testato anche sul pesco, non ha dato risultati, mentre sulle susine sino-giapponesi come Angeleno abbiamo notato uno spostamento dei frutti verso classi di calibro più alte".


Parte del pubblico presente a Faenza (RA).

A seguire Marina Collina, del Distal dell'Università di Bologna (chiamata dal Consorzio a una ricerca su Monilia spp da campioni prelevati da areali romagnoli), ha presentato una panoramica sulla situazione di una delle maggiori preoccupazioni per tutti i peschicoltori: le infestazioni appunto da Monilia, fungo responsabile del cosiddetto marciume bruno. "Gli attacchi – ha spiegato in conclusione – sono favoriti sì dal clima, ma anche da aspetti agronomici. E' importante, per esempio, eliminare i rami infetti, effettuare una potatura verde per evitare il ristagno idrico nella chioma e dare più luce, non esagerare con le concimazioni azotate, curare l'inerbimento per tenere bassa l'umidità del terreno e irrigare correttamente".

In conclusione della serata di ieri Paolo Bacchiocchi, della Bayer Crop Science, ha mostrato i principali prodotti Bayer per la difesa del frutteto: "Negli ultimi anni – ha spiegato – Bayer ha puntato e creduto molto su sostenibilità e innovazione e oggi abbiamo un catalogo di prodotti quasi completamente nuovo rispetto anche solo a una decina d'anni fa".

Tra i prodotti presentati ieri troviamo così, tra gli altri, Movento, per il controllo di tutti gli insetti pungitori e succhiatori; Basta, un prodotto unico per il diserbo con la caratteristica di non trasferirsi alle radici, permettendone l'uso in qualsiasi momento. Ma su tutti il prodotto più recente presentato ieri è stato Luna Experience: "Era già conosciuto e visto con attenzione dai produttori – ha spiegato Bacchiocchi – e da poco è entrato nel disciplinare di produzione. Ora i produttori hanno un'arma in più".

Formulato a base di Fluopyram e Tebuconazolo, è un prodotto nato e studiato per la frutticoltura: per pero e melo è registrato per ticchiolatura, mal bianco e maculatura, mentre per le drupacee è registrato per mal bianco e appunto Monilia. "Luna Experience - ha concluso Bacchiocchi - è recente, ha un tempo di carenza molto ridotto, 3 giorni. E' un prodotto molto flessibile perché ha un'efficacia nell'efficacia, funzionando anche in post raccolta e migliorando così la conservabilità dei frutti".

Contatti:
Consorzio Agrario di Ravenna
Via Madonna di Genova, 39
48010 Cotignola (RA) – Italia
Tel.: (+39) 0545 906211
Fax: (+39) 0545 906210
Web: www.consorzioagrarioravenna.it