Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Presentati a Milano i risultati dell'indagine svolta in ambito ECR Italia

Spreco alimentare: c'e' una soluzione di filiera

Il 17 novembre 2015, presso la Fondazione Stelline di Milano si è tenuto il convegno "La lotta allo spreco alimentare: soluzioni e approcci di filiera", organizzato da GS1 Italy/Indicod-Ecr per approfondire il tema, sempre più rilevante per le aziende del largo consumo, delle eccedenze e il forte impatto economico, sociale e ambientale che genera.

Ogni anno, infatti, un terzo della produzione mondiale di cibo (1,3 miliardi di tonnellate) finisce nella spazzatura e, dalla trasformazione e distribuzione fino al consumo finale, nessuna fase è esente da "colpe".


All'incontro sono stati presentati i risultati dei lavori sviluppati in ambito Ecr Italia (l'associazione che raggruppa le principali aziende di marca e della distribuzione moderna per migliorare l'efficienza di filiera, NdA) sulla prevenzione e la gestione delle eccedenze alimentari lungo tutto il sistema, dai quali emerge come la collaborazione tra le aziende sia essenziale per identificare soluzioni efficaci, adottabili da tutti gli attori coinvolti, e contrastare il fenomeno dello spreco alimentare.

Le ricerche dicono che ogni anno, lungo l'intera filiera, in Italia vengono generati 5,6 milioni di tonnellate di eccedenze, il 16% del consumo annuo. Di questi 5,6 milioni, poi, il 20% è prodotto dalle aziende dell'industria e della distribuzione. Proprio sulla riduzione di questa percentuale le aziende del largo consumo hanno deciso di concentrare il loro impegno e il lavoro di Ecr Italia.

Un approccio collaborativo
"L'adozione di un approccio collaborativo nella lotta agli sprechi alimentari - ha detto Silvia Scalia, coordinatore di Ecr Italia - ribadisce la responsabilità sociale del sistema, non solo delle singole imprese, andando oltre le dinamiche competitive e identificando così soluzioni di filiera efficaci e adottabili da tutti gli attori".

"Ottimizzare la gestione dell'eccedenza alimentare significa lavorare in un'ottica collaborativa in azienda e su tutta la filiera: dal magazzino del produttore allo scaffale del punto vendita, sugli assi della prevenzione, della redistribuzione, del riciclo, del recupero e dell'eliminazione delle eccedenze".

"Il tema della lotta allo spreco - ha specificato Carlo Delmenico, direttore Responsabilità sociale d'impresa di Sma - è sempre di più un processo da affrontare in una logica di sistema. La ricerca di sinergie nel triangolo produzione, distribuzione, consumo pone le basi non solo per le soluzioni ma soprattutto per quel salto culturale che consentirà di raggiungere nuovi e migliori equilibri a livello etico e ambientale".

La prevenzione e la gestione delle eccedenze
Per evitare che le eccedenze di cibo si trasformino in sprechi un ruolo fondamentale è svolto dalla prevenzione, primo ambito di intervento del tavolo di lavoro attivato nel 2013 in ambito Ecr Italia. Analizzando l'entità e le cause del fenomeno, è stato così possibile identificare alcune strategie di prevenzione e le conseguenti "best practice". Cinque gli assi di intervento identificati:
  1. Misurare per intervenire: vale a dire, misurare l'eccedenza e sviluppare sistemi di allerta che attivino piani di intervento
  2. Coinvolgere: migliorare la consapevolezza, coinvolgere e motivare i dipendenti
  3. Prevedere: migliorare l'accuratezza delle previsioni e ottimizzare la disponibilità di prodotto
  4. Disegnare: migliorare la progettazione del prodotto e dell'imballaggio in ottica sostenibile
  5. Semplificare: effettuare verifiche e revisioni di gamma alla luce dei possibili impatti in termini di creazione di eccedenze.
Nella maggior parte dei casi, poi, la mancanza di un adeguato processo di controllo del fenomeno si traduce in scarse possibilità di recupero dell'eccedenza. Per le aziende della filiera le attività di prevenzione e di gestione delle eccedenze alimentari diventano un vero e proprio processo aziendale, con attività amministrative, operative e decisionali che coinvolgono molteplici ruoli all'interno dell'azienda. Ovviamente, tanto più il processo è strutturato, tanto maggiore è la capacità di recupero e quindi minore lo spreco.

I quattro ambiti di approfondimento, identificati nel 2014 per la gestione strutturata dell'eccedenza alimentare, sono stati illustrati da Marco Melancini, professore di Logistics e Operations Management del Politecnico di Milano durante il suo intervento: Definizione delle variabili di impostazione del processo di gestione dell'eccedenza; Identificazione di best practice a livello di filiera; Identificazione di aree di collaborazione a livello di filiera nella gestione dell'eccedenza; Formalizzazione delle principali barriere alla riduzione dello spreco alimentare.



Il recupero delle eccedenze e la redistribuzione
Recuperare le eccedenze alimentari è una fase fondamentale per evitare lo spreco. E qui si inserisce l'importante ruolo svolto delle organizzazioni no-profit come Fondazione Banco Alimentare. Giuliana Malaguti, responsabile approvvigionamenti di Banco Alimentare, ha sottolineato come il recupero, nonostante sia l'ultimo anello della filiera di produzione o di distribuzione, vada inserito a pieno titolo nei processi aziendali.

Le Linee guida Ecr Italia, distribuite al termine del convegno, sono disponibili ai link: Prevenzione e trattamento delle eccedenze alimentari e La gestione dell'eccedenza alimentare: una guida per le aziende della filiera.