L'orticoltura italiana di fronte all'incognita climatica
L'incognita climatica sta diventando il vero ospite indesiderato alla mensa dell'orticoltura (ma anche della frutticoltura) italiana (cfr. FreshPlaza del 23/06/2015), come testimoniato da una parte dalla difficile campagna commerciale della frutta estiva 2015, con il caldo che ha portato a maturazione simultanea i raccolti, e dall'altra dal complicato esordio della campagna del pomodoro da industria al Sud Italia (cfr. FreshPlaza del 24/08/2015), per terminare con la drastica decurtazione delle forniture di lattughe da cespo estive (vedi articolo correlato).
Già oggi, i costi d'esercizio per le imprese agricole italiane (e non solo) sono mediamente superiori che nel resto d'Europa; non tanto i costi del lavoro, quanto quelli relativi a tassazione, oneri burocratici e costi energetici.
Un esempio su tutti: il prezzo della benzina. Questa tabella, fotografata una settimana fa in Austria, dimostra come perfino la tipologia più costosa di carburante, in quel paese, abbia un prezzo inferiore a quello del diesel in Italia.
Per tornare all'orticoltura, la recente batosta subita dalle produzioni estive del Fucino deve sollecitare il settore a considerazioni di ordine agronomico ed economico: conviene ancora investire in queste produzioni? va effettuato un cambiamento nel calendario dei trapianti? serve passare a coltivazioni in ambiente protetto? e come organizzare la vendita perché la remunerazione superi i costi?
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