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Si studiano difese passive, come le reti monofila

Drosophila suzukii: in calo ovodeposizioni e danni, ma guai ad abbassare la guardia

Una cosa è certa, quello che è considerato uno dei maggiori nemici moderni per tutti i cerasicoltori e produttori di piccoli frutti, alias la mosca parassita Drosophila suzukii, quest'anno sembra aver allentato la sua presa, complice una maggiore attenzione di tecnici e produttori e una stagione meteo che finora non gli è stata particolarmente favorevole.


Ciliegie protette sotto alla rete monofila.

"Sia i voli sia i danni sono nettamente inferiori al 2014", spiega Giacomo Vaccari del Consorzio Fitosanitario di Modena. Venerdì 12 giugno 2015, infatti, durante una visita guidata a una copertura monofila di ciliegie (cfr. FreshPlaza del 12/02/2015), in collaborazione con il Crpv – Centro di Ricerche Produzioni Vegetali, è stato fatto un aggiornamento sull'andamento della popolazione di questo insetto. "Nelle prime due settimane dall'invaiatura – riprende Vaccari - abbiamo registrato deposizioni dell'1/2% e l'abbiamo segnalato attraverso i bollettini agli agricoltori e ai tecnici, che così hanno potuto trattare. Dopo, le deposizioni sono calate e nelle ultime quattro settimane siamo scesi a percentuali bassissime, dell'ordine dello 0,1/0,2%; questo nonostante i voli siano stabili e il meteo con temperature non elevatissime favorisca la Drosophila suzukii".


Giacomo Vaccari, del Consorzio Fitosanitario di Modena.

"Anche altrove – spiega Mauro Boselli, del Servizio Fitosanitario Regionale dell'Emilia Romagna - si è registrato questo andamento, con nel cesenate qualche segnalazione in più, specie sulle varietà non trattate. E' difficile fare delle previsioni sulla Drosophila suzukii un anno per l'altro".


Un momento della visita guidata di venerdì.

All'appuntamento di venerdì c'erano anche diversi tecnici dell'Università di Padova, con cui è aperto un tavolo tecnico interregionale proprio per affrontare questo a altri problemi della cerasicoltura italiana (cfr. FreshPlaza del 17/02/2015). "Nel veronese e a Marostica abbiamo 16 trappole – spiegano - e fino alla settimana scorsa abbiamo registrato poche catture: 2/3 per trappola. Ora stiamo notando un aumento. Dove non si è trattato siamo anche sulle 30/40 catture per trappola. Sui danni contiamo invece un 5/6% sulle precocissime, varietà francesi, poi con l'arrivo in produzione di altre varietà il danno è praticamente sparito. Oggi saremo a un 1/2% di danni sulle ciliegie a colorazione rossa e, a differenza del 2014, non ci sono stati danni sulle ciliegie in invaiatura. Dal Trentino ci giungono invece segnalazioni di danni maggiori".


Si noti l'altezza di questo impianto.

I numeri sono tutto sommato positivi, quindi situazione risolta? No. Perché se grazie all'attenzione di tecnici e agricoltori e a un meteo (specie un inverno rigido come quello di quest'anno) sfavorevole all'insetto al momento non si sta ripetendo un’annata nera come quella 2014 (cfr. FreshPlaza del 13/02/2015), l'andamento di quest'annata si avvicina molto a quello del 2013: "con poche ovodeposizioni all'inizio, andate poi ad aumentare con il proseguire della stagione – riprende Vaccari – e con il calo delle temperature e le piogge previste per questa settimana bisogna fare attenzione: la Drosophila suzukii potrebbe trovare condizioni più favorevoli"


Con il monofila lo spazio tra i filari resta libero, favorendo la ventilazione.

"Per il momento – chiosa Stefano Caruso, del Consorzio Fitosanitario di Modena - la situazione è buona, anche in aziende che l'anno scorso avevano avuto grossi danni. Ma questo è un insetto che ha un ciclo talmente rapido che può avere un'esplosione da un momento all'altro, perciò è difficile fare previsioni. A Trento già segnalano alcuni casi di un calo di efficienza dei fitofarmaci e questo ci spinge a ricercare nuovi metodi di difesa, passivi, da integrare all'antigrandine"; e tra le reti antinsetto monofila in test da parte del Consorzio Fitosanitario nel modenese, anche quella installata presso l'azienda agricola Rossi Bernardo, presentata venerdì, va in questa direzione.


Stefano Caruso, del Consorzio Fitosanitario di Modena.

"Una copertura estremizzata", spiega Mauro Bastoni, della GeoCentro, che si è occupata del montaggio della struttura, perché a essere coperti sono stati alcuni filari di due varietà tardive, Lapis e Ferrovia, che nel vignolese sono su innesti molto alti, anche a 5 metri d'altezza, con tutti i problemi impiantistici che questo comporta.


Mauro Bastoni, della Geocentro.

In sintesi, l'impianto consiste in una rete che da un cavo di colmo cade, aperta grazie a dei braccetti aprirete, fino a terra e la particolarità sta nel fatto che ogni copertura copre un unico filare. La rete di copertura ha poi una duplice funzione: sia antipioggia che antinsetto. La parte superiore è infatti formata da una doppia rete. La prima rompe le gocce d'acqua, la seconda le fa scivolare via.

Il resto della rete, che cade sui lati del filare è invece una rete a maglie rettangolari 6x8 tale da impedire l'ingresso degli insetti, Drosophila suzukii compresa.

"E' una struttura – continua Bastoni - semplice anche nelle manutenzioni e ad oggi ha già superato due importanti temporali. Quella monofila è una copertura più gestibile dall'agricoltore, anche dal punto di vista dei costi: può coprire questo o quel filare e gli altri no, e soprattutto può scegliere quali coprire in funzione delle varietà coltivate, per garantire la costanza di quantità e qualità sui mercati".


E' comunque possibile lavorare anche sotto alla rete.

Secondo i primi dati – ma altri ne seguiranno nei prossimi mesi, grazie a sensori collocati sia fuori che sotto la rete - questa copertura monofila non causerebbe un aumento di temperature sotto la rete, grazie alla circolazione dell'aria tra un filare e un altro, così come non si impedisce di fare trattamenti con la stessa efficacia, a patto di rallentare la velocità dell'atomizzatore. Nemmeno la raccolta verrebbe ostacolata, con accorgimenti ad hoc.