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L'insetto sara' uno dei 'protagonisti' al Convegno Nazionale sul Ciliegio 2.0

2014: un anno da dimenticare a causa della Drosophila suzukii

"La teniamo sott'occhio fin da quando è stata segnalata la sua presenza nella nostra regione, nel 2011", spiega Rocchina Tiso, del Servizio Fitosanitario Regionale dell'Emilia Romagna. Si riferisce alla Drosophila suzukii, l'insetto parassita che sta creando forti preoccupazioni (e danni, in tutto il Nord Italia). Il prossimo 25 febbraio la Tiso sarà a Vignola (MO), al Convegno Nazionale del Ciliegio 2.0, dove interverrà appunto parlando dell'andamento delle infestazioni nel 2014.

Clicca qui per scaricare il programma del convegno.

"Già nel 2012 – riprende la Tiso - si è capito che, sebbene a livelli diversi, quest'insetto era presente un po' dappertutto nella nostra regione e, soprattutto nel 2013 e nel 2014, abbiamo continuato a monitorarlo non tanto per sapere se c'era o meno (era già ovunque, ormai), quanto per poter avvertire produttori e tecnici sulle migliori pratiche da tenere e su come intervenire, attraverso i bollettini della produzione integrata".




Il monitoraggio viene effettuato seguendo sostanzialmente due strade, continua Giacomo Vaccari del Consorzio Fitosanitario Provinciale di Modena, che pure interverrà al convegno di Vignola. "La prima – spiega – consiste nella posa di trappole o esche alimentari controllando le catture una volta alla settimana. La seconda è il controllo sui danni. Tuttavia questi non sono ancora dei sistemi pienamente affidabili per poterli attuare su un'unica azienda, così il monitoraggio viene fatto su aree molto estese".


Un esempio di danni da Drosophila suzukii su ciliegie.

Per quanto banale possano sembrare simili tecniche di monitoraggio nella realtà non lo sono. Di minuscole dimensioni, "la Drosophila suzukii – riprende Vaccari - si riconosce solo al microscopio e, anche nel controllo dei danni, bisogna essere allenati. La complessità del monitoraggio è aggravata dalla mancanza di attrattivi specifici che abbiano una formulazione ad hoc solo per la Drosophila suzukii (leggasi che nelle trappole alla fine ci finisce di tutto), al momento sono poco specifici e i frutti maturi tendono a costituire un'alternanza ben più appetibile per il parassita: le trappole perdono insomma d'efficacia rispetto al frutto maturo".

"Nonostante queste problematiche – spiega – l'anno scorso il monitoraggio diffuso ha permesso di rilevare tempestivamente la presenza della Drosophila suzukii anche nelle varietà precoci, mentre prima credevamo si sarebbe presentata solo più avanti".


Biobest, un esempio di trappola sul mercato.

"Per quanto riguarda la presenza della Drosophila suzukii – riprende la Tiso - il 2014 è stato un anno da dimenticare perché l'inverno mite tra il 2013 e il 2014 ha favorito la sopravvivenza dell'insetto, sicché già a maggio, in concomitanza con le prime varietà di ciliegie precoci, l'abbiamo trovata nelle trappole. Era la prima volta che accadeva; negli anni passati il contatto arrivava sulle varietà più tardive. Tuttavia, grazie alla rete di monitoraggio, siamo riusciti ad avvertire produttori e tecnici già dal 7 maggio scorso. Poi, a seguire, l'andamento meteo del 2014 ha ulteriormente favorito la sua diffusione, perché non ci sono stati quei picchi di caldo e quelle temperature che di solito ne inibiscono lo sviluppo".

Alla diffusione dell’insetto ha poi contribuito il suo ciclo di sviluppo molto rapido: dall'ovodeposizione alla piena maturazione possono passare, in condizioni perfette, anche solo pochi giorni, 2 o 3. Inoltre l'insetto fa molti cicli nel corso dell'anno.

"Rispetto alle passate stagioni – conclude la Tiso - la sua presenza nel 2014 è stata di certo più elevata, anche del doppio a seconda delle provincie e, a essere particolarmente colpita, è stata proprio l'area nella quale le ciliegie abbondano: cioè il vignolese".


Un adulto di Drosophila suzukii su una ciliegia matura.

"L'anno scorso si sono verificate tutte le condizioni per un attacco eccezionale di Drosophila suzukii, compresa una produzione abbondante e la presenza di frutti con spaccature, che attirano di più l'insetto", spiega Vaccari. "Quello che stiamo facendo ora è cercare nuovi attrattori che siano più selettivi, più sensibili e che possano competere con i frutti maturi. Al momento l'attrattivo migliore è prodotto in Trentino secondo una ricetta molto casalinga: 3 parti di aceto di mele, una di vino rosso e un cucchiaio di zucchero per trappola. Questa trappola ha tuttavia una durata abbastanza limitata (7 giorni) e abbiamo notato diversa efficacia da ambiente ad ambiente, a seconda della temperatura o della flora batterica, per esempio. Se ci fossero attrattivi più duraturi allora si potrebbe pensare a una cattura massale".

"Nonostante tutti i suoi limiti - conclude Vaccari - anche così il monitoraggio ci ha fornito informazioni importanti per scoprire un insetto che ancora conosciamo poco. Un dato importante emerso dalle indagini è che, nel modenese, in rapporto alla produzione la coltura più sensibile è il ciliegio; i piccoli frutti come lamponi e more lo sarebbero ancora di più, non fosse che la loro produzione sul territorio è molto limitata".

Clicca qui per scaricare il programma del convegno.
Clicca qui per scaricare la scheda di iscrizione per partecipare al Convegno.

Contatti per il convegno:
Dott. Stefano Lugli
Dipartimento di Scienze Agrarie
Area scientifica Colture Arboree
Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
Viale Giuseppe Fanin, 46
40127 Bologna (Italy)
Tel.: +39 051 2096413
Fax: +39 051 2096401
Cell.: +39 335 1798877
Skype: stefanolugli.unibo
Web: www.ciliegio.unibo.it

FreshPlaza è media partner dell'evento.

Rocchina Tiso – Specializzata in difesa fitosanitaria integrata (CIFDA Nord-Italia) lavora presso il Servizio Fitosanitario della Regione Emilia Romagna dove si occupa prevalentemente della messa a punto e della gestione dei modelli previsionali sullo sviluppo dei fitofagi delle colture agrarie. Coordina il Sistema di previsione e avvertimento per le avversità delle colture della Regione Emilia Romagna ed è responsabile del settore di acarologia del Servizio Fitosanitario. Inoltre partecipa a programmi di sperimentazione e ricerca per il controllo dei fitofagi delle colture agrarie e fornisce supporto specialistico per l'aggiornamento e l'applicazione delle linee tecniche di difesa integrata. E' autrice di numerose pubblicazioni su riviste nazionali ed internazionali.

Giacomo Vaccari – E' tecnico del Consorzio Fitosanitario Provinciale di Modena dove, in collaborazione dell'Università di Modena e Reggio Emilia, si occupa della conduzione di prove in campo e di laboratorio per il monitoraggio e la ricerca applicata sulla Drosophila suzukii e sull'Halyomorpha halys (altro fitofago recentemente approdato in regione). Supporta inoltre il monitoraggio dei principali agenti dannosi per le colture agrarie del territorio e conduce prove di valutazione di sistemi a basso impatto ambientale per il controllo di termiti e insetti sulle derrate alimentari. E' autore di diverse pubblicazioni su riviste di settore nazionali e internazionali.