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Russia: intensificati i controlli nei supermercati

Le repubbliche autonome russe di Perm e Udmurtia, nella Russia centrale, hanno comunicato di voler collaborare per arginare le importazioni illegali dei prodotti soggetti ad embargo.

Recentemente, nel supermercato Lenta di Izhevsk sono stati rinvenuti mele polacche e formaggio francese. Secondo i documenti, le mele sono arrivate attraverso la Cina, mentre per quanto riguarda il formaggio francese, il supermercato ha riferito che esso era già presente nei magazzini da tempo.

In risposta a questo ritrovamento, sono stati controllati anche altri supermercati Lenta, ma non sono state riscontrate delle violazioni. Alla fine, si è scoperto che le mele etichettate come italiane, in realtà erano serbe e macedoni. Il supermercato verrà controllato con maggiore frequenza.

Peperoni e melanzane rispedite indietro
I servizi fitosanitari russi di Tver e Pskov hanno fermato una partita di peperoni e melanzane provenienti dalla Bielorussia. Il carico da 13,1 tonnellate non ha superato il controllo perché secondo l'ispezione sono state rilevate tracce di etichette sostituite sui prodotti. I prodotti sono stati rispediti indietro.

Fuori anche le melagrane egiziane
Nella città fluviale russa di Novorossiejsk, situata sul Mar Nero, il servizio fitosanitario ha fermato 40 tonnellate di melagrane egiziane. Secondo l'ispezione, i documenti allegati alla partita erano stati modificati e ciò non è consentito. Come risultato, le melagrane non hanno avuto accesso in Russia.

La Russia intensifica le ispezioni
Gli esportatori bielorussi vengono controllati più rigidamente; l'inasprimento delle ispezioni riguarda sia i prodotti animali che vegetali, tra cui gli ortofrutticoli. Il motivo è l'incremento delle esportazioni provenienti dalla Bielorussia.

Secondo il servizio ispettivo, gli esportatori che violano le regole possono essere colti in flagrante con le riesportazioni. Anche le autorità bielorusse hanno annunciato un inasprimento dei controlli.

L'inflazione aumenta, il valore del rublo diminuisce
L'ufficio statistico russo ha pubblicato nuovi dati relativi all'economia della Russia. Ad ottobre, l'inflazione è aumentata dell'8,3%. L'inflazione risulta essere, quindi, nettamente superiore alla soglia del 6,5% imposta dalla Banca Centrale.

Inoltre, anche il rublo sta subendo una forte pressione. Quest'anno, la valuta ha già perso il 26% del suo valore rispetto al dollaro, in aggiunta alle sanzioni e ai bassi prezzi in dollari che stanno affliggendo l'economia russa.

I consumatori hanno avvertito le conseguenze con le proprie tasche in quanto, ad ottobre, i prezzi dei pomodori sono aumentati del 30% e quelli dei cetrioli del 40%. Anche i prezzi degli altri alimenti sono aumentati.

I media russi stanno riportando diversi dati, parlando di un aumento delle vendite nei supermercati e di un aumento del 2,3% nella spesa dei consumatori. I supermercati assistono ad un incremento del fatturato dovuto ai prezzi più elevati. Gli ipermercati invece stanno riscontrando dei problemi perché non riescono a passare facilmente ad altri fornitori per poter tenere riforniti gli scaffali.

Secondo le statistiche, nei primi nove mesi di quest'anno, il fatturato dei grossisti della regione di Nizhny Novgorod ammontava a 10,7 miliardi di Euro. Vale a dire il 96,1% in più rispetto al fatturato dell'anno scorso. Rispetto ai mesi precedenti, a settembre è stato registrato un incremento notevole dei prodotti all'ingrosso, tra cui la frutta fresca che è aumentata del 17,9%.

Da gennaio a settembre 2014, le vendite del supermercato nella regione di Nizhny Novgorod ammontavano a 87 miliardi di Euro. Cioè il 105% di quelle registrate nello stesso periodo dell'anno scorso. Il 95% del commercio al dettaglio della regione è stato fornito da organizzazioni settoriali e commercianti indipendenti. La quota di mercato era di appena il 5%.

La catena di vendita al dettaglio O'Key Group ha annunciato i risultati per il terzo trimestre. Le vendite sono aumentate del 7,2% e l'utile lordo è aumentato del 13,8%. Nei primi nove mesi di quest'anno, le vendite sono aumentate del 10,6%. A causa dell'embargo, il comportamento dei consumatori è cambiato. Secondo O'Key, i consumatori spendono meno di prima. Inoltre, il supermercato dispone anche di un'offerta minore a causa del blocco alle importazioni, cosa che potrebbe spiegare in parte il calo delle vendite.



I prezzi continuano ad aumentare
Nella regione occidentale russa di Voronezh, l'ufficio statistico ha pubblicato gli sviluppi dei prezzi per il periodo dal 20 al 27 ottobre. Gli ortaggi prodotti in serra sono diventati estremamente costosi, i prezzi dei pomodori sono aumentati del 206%, quelli dei cetrioli del +4%. Il prezzo medio dei pomodori ammonta a 1,53 euro, quello dei cetrioli a 1,35 euro. Anche i prezzi di patate, carote e cipolle sono aumentati, rispettivamente, del 5%, 2,6% e 1%. Solo i prezzi delle mele sono diminuiti del 3,5%.

La Russia importa meno banane
Secondo le statistiche di Fruit-Inform, le importazioni di banane della Russia sono diminuite a settembre. Il volume è arrivato a 89.000 tonnellate, vale a dire il 10% in meno rispetto all'anno scorso. Il 96% delle banane viene importato dall'Ecuador.

Secondo gli analisti, dietro al declino delle importazioni ci sarebbe la pessima posizione del rublo: l'indebolimento della valuta ha infatti comportato che i prezzi delle banane siano aumentati notevolmente. A seconda della regione, il prezzo di vendita varia tra 0,91-1,14 euro al kg. Si tratta del 25% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. I consumatori russi preferiscono la frutta locale, che ha un prezzo inferiore. Il prezzo delle mele, per esempio, risulta inferiore del 15% rispetto all'anno scorso.

I coltivatori russi di mele hanno riferito di non poter aumentare i prezzi perché i venditori non sono disposti a pagare più di 0,44 Euro al kg. Secondo i produttori, ciò si deve in parte alle importazioni da Bielorussia, Serbia e Cina. Inoltre, pare che anche le riesportazioni dall'Europa stiamo mettendo i prezzi sotto pressione. Le mele europee stanno ripetutamente facendo il loro ingresso sul mercato russo attraverso la Bielorussia. Per la maggior parte dei produttori russi, la stagione procederà fino a dicembre, dopodiché, la nazione dipenderà esclusivamente dalle mele importate.

Diminuiscono anche le importazioni di pere in Russia
A settembre 2014, le importazioni di pere sono diminuite di un terzo rispetto all'anno scorso. Il volume si è fermato, infatti, a 14.000 tonnellate, quando un anno prima ammontava a 21.000 tonnellate. La Cina è il principale fornitore di pere, con una quota di mercato pari a quasi il 25%. Argentina e Turchia si piazzano al secondo e terzo posto, con una quota rispettiva del 14% e 11%.

Durante il 2013, l'UE ha registrato la quota di mercato maggiore, con il 76%. Le importazioni totali da luglio a settembre sono state di 42.000 tonnellate, registrando una riduzione del 13% rispetto allo stesso periodo del 2013.

Nel frattempo, i prezzi delle pere europee risultano del 70% più bassi dello scorso anno a causa dell'embargo. La Russia era il più grande acquirente di pere europee: nel 2013 l'Europa aveva esportato 313,2 milioni di euro di pere in totale, di cui 179,3 mln di euro derivanti dalle spedizioni in Russia, provenienti soprattutto da Belgio, Paesi Bassi e Lituania.

Anche le pere inglesi stanno soffrendo a causa dell'embargo, anche se il paese non esporta il suo prodotto.

Testo e traduzione FreshPlaza. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: