Kiwi: L'embargo russo? Uno stimolo alla caccia di nuovi mercati, Paesi arabi e Cina in primis
"E' terminato il kiwi verde precoce Green Light raccolto in Italia e ora tocca all'Hayward", spiega Mario Tartari del gruppo Eurofrut, opreante all'ingrosso presso il mercato di Bologna. Varietà la cui raccolta, secondo il Consorzio Kiwifruit of Italy, dovrebbe iniziare a partire dalla settimana 44 nel Nord Italia (vedi notizia FreshPlaza del 14/10/2014).
Lo stand dell'Eurofrut al Centro agro-alimentare di Bologna.
"Sulla varietà precoce – continua Tartari – abbiamo registrato un discreto consumo, anche se non abbiamo visto la stessa euforia degli anni scorsi. Nonostante questo, il prezzo si è mantenuto e abbiamo ottenuto buone quotazioni per le pezzature centrali. Stiamo parlando di prezzi compresi tra 1,20 e 1,50 euro al chilo con frutti da 100 grammi l'uno".
"Per il kiwi Hayward italiano – riprende - le prospettive future dovrebbero essere interessanti e si cerca di replicare il prezzo ottenuto con Green Light anche per questa varietà, ma il vero punto interrogativo è la Russia e il suo embargo, che ha tolto dai giochi un mercato importante. L'Europa farà fatica a consumare tutta la produzione che veniva assorbita dalla Russia? Forse, ma non è ancora detto".
E se, come recitava un adagio, non tutti i mali vengono per nuocere, così "la certezza - sintetizza Tartari - è che tutta questa situazione sia stata di stimolo per cercare nuovi clienti. In questi giorni c'è Fruit Attraction a Madrid, dove saremo presenti con uno stand e cercheremo nuovi contatti, così come tanti altri. Quel che è certo è che non molleremo facilmente: il kiwi è il cavallo di battaglia italiano. Magari la situazione si sbloccherà grazie a nuovi mercati: Est Europa, Paesi baltici e Paesi arabi. Chi ha collegamenti nel Medio Oriente punta lì, perché da alcuni anni a questa parte la loro domanda è in crescita".
Eurofrut esporta un po' in tutt'Europa: Spagna, Francia, Lituania, Svizzera, Austria, Paesi scandinavi. "Punteremo molto anche alla Polonia e ai paesi baltici – conclude Tartari – ma stiamo guardando con interesse anche alla Cina, dove pure c'è una buona domanda di kiwi. Anche se non va dimenticato che ci sono 40 giorni di viaggio da mettere in conto, il kiwi sopporta bene il viaggio in frigo ed è uno dei prodotti che si presta meglio a questo genere di viaggi, insieme alle mele".
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