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Gran Bretagna: negli acquisti di ortofrutta vince la praticita'

Secondo un recente rapporto PMA, i frutti più popolari nel Regno Unito sono banane, mele, arance e uva. La preferenza è data agli alimenti più facili da mangiare, quindi semplici da sbucciare e con quantità minime di succo o semi.

Per quanto riguarda gli agrumi, ad esempio, c'è stato un aumento di richiesta per le varietà cosiddette "easy peeler" (a facile sbucciatura), mentre le più tradizionali, come ad esempio le arance Navel, hanno subito un crollo. Anche il consumo di piccoli frutti, mirtilli in particolare, è in aumento, grazie alla maggiore disponibilità e alle proprietà antiossidanti.


Consumi di frutta 2012 (in migliaia si tonnellate)

Per quanto riguarda gli ortaggi, i più richiesti sono patate, pomodori, cipolle, carote e brassiche, con le insalate in forte crescita. Anche qui, c'è una forte attenzione per la praticità di consumo, grazie anche ai supermercati che offrono un'ampia gamma di prodotti già pronti.


Consumi di verdura 2012 (in migliaia di tonnellate)

Il fresco rimane più gradito del trasformato

Circa il 70% della verdura e il 66% della frutta acquistata sono prodotti freschi. Anche se c'è stato un aumento per il prodotto trasformato, il fresco domina ancora le vendite nel canale della GDO.



La GDO moderna domina in un mercato saturato
In termini di valore, la GDO-Grande distribuzione organizzata moderna (ipermercati, supermercati, discount, minimarket e negozi presso i distributori di benzina) ha rappresentato una quota dell'88% del mercato nell'anno 2012.

I dettaglianti tradizionali stanno diminuendo drasticamente nel Regno Unito, rimpiazzati dai supermercati, che offrono prezzi più bassi. Inoltre, molte catene stanno aprendo un gran numero di minimarket e negozi di prossimità (convenience store): Tesco Metro, Sainsbury's Local, M Local e Little Waitrose, che spuntano come funghi in tutto il paese, offrendo una gran varietà di prodotti e attraendo un gran numero di clienti.

Si registra un aumento dei consumatori appartenenti alle classi medie che effettuano parte dei loro acquisti settimanali nei discount, incrementando la pressione sui produttori e altre componenti della filiera, e inibendo lo sviluppo dei prezzi.

L'espansione dello shopping online
Lo shopping online è in forte crescita nel mercato britannico, in quanto molti apprezzano la vasta scelta di prodotto e il servizio di consegna a domicilio.

I consumatori preferiscono però le catene che hanno anche negozi fisici, in quanto ritengono che la procedura di restituzione sia meno problematica.

Il mercato alimentare nelle principali città britanniche è fortemente saturato, con un alto numero di catene e di negozi indipendenti. Le vendite comunque rimangono stagnanti. Ciononostante, l'incremento dell'offerta nei supermercati ha stimolato l'interesse verso nuovi prodotti.

Ciò significa un incremento dell'uso di ortofrutta fresca e anche di cibi etnici: catene come Wahaca (Messicano), Itsu (Giapponese/fusion) e Leon (Britannico moderno e internazionale) offrono cibo molto più salutare dei tipici sandwich consumati dai lavoratori inglesi.

Alta percentuale di frutta e verdura locale
Un ampio assortimento di frutta e verdura viene prodotta nel Regno Unito su scala commerciale. Investimenti in nuove varietà e tecniche di produzione hanno dato la possibilità di coltivare prodotti che prima potevano essere solamente importati, come ad esempio peperoncini, meloni e ribes rosso.


Il confronto tra le superfici piantate a frutta nella stagione 2012/13 (espresse in ettari) e quelle piantate ad ortaggi in Gran Bretagna.

Molti prodotti ortofrutticoli non vengono coltivati per motivi climatici, tuttavia le migliorie apportate alla filiera hanno comportato una riduzione nelle importazioni ortofrutticole.

Il Regno Unito importa il 30% di frutta e verdura fresca ogni anno, e il governo è al lavoro per ridurre maggiormente tale percentuale: l'obiettivo della "Fruit and Vegetables Task Force" è di produrre, rispettivamente, il 73% di verdura e il 50% di frutta richieste dai consumi interni entro il 2015.

Le importazioni costituiscono ancora una grande fetta del mercato
Come detto, le innovazioni tecnologiche a livello locale hanno ampliato la stagione produttiva ed esiste una strategia del governo con l'obiettivo di aumentare la produzione nazionale.


Nella foto: i prodotti freschi quasi esclusivamente importati in UK.

Ciononostante, sono ancora molte le opportunità per gli importatori, soprattutto per quanto riguarda banane uva da tavola, agrumi, pesche, ananas e altra frutta esotica.

L'espansione UE porterebbe ad un aumento delle importazioni
Ovviamente, gli importatori europei hanno dei vantaggi, in quanto tra i membri UE vigono accordi di libero scambio. Il fattore più importante tuttavia è il prodotto in sé e la sua tenuta: gli agrumi ad esempio resistono per molto tempo, ma i meloni devono essere sugli scaffali entro 4 giorni dal condizionamento. La maggiore vicinanza dei paesi europei alla Gran Bretagna, pertanto, li favorisce come fornitori.

L'espansione dell'UE porterebbe sicuramente a un incremento delle importazioni: Islanda, Macedonia, Montenegro, Serbia e Turchia sono candidati ufficiali per l'ingresso nella compagine comunitaria, quindi se ne diventassero membri i volumi importati da questi mercati aumenterebbero.

Fonte: PMA

Traduzione FreshPlaza Italia. Tutti i diritti riservati.
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