Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Coltivazione della Pitaya a Latina: i risultati di una sperimentazione decennale

La pitaya (Dragon fruit) può essere considerata una valida e interessante alternativa esotica per la produzione frutticola laziale.

A dirlo sono i risultati che arrivano dalla decennale sperimentazione condotta, in provincia di Latina, dall'agronomo Ottavio Cacioppo.

A lato: piantagione di pitaya a Latina nel 2014. (Foto di Ottavio Cacioppo)

"La ricerca è partita nel 1989 con l'avvio di una piantagione sperimentale a Latina di pitaya gialla (buccia gialla e pasta bianca) e di pitaya rossa (di origine guatemalteca, con buccia rossa e pasta bianca) – ha spiegato a FreshPlaza il dott. Cacioppo – Ad alimentare il desiderio di proseguire con questa sperimentazione ha sicuramente influito il riscontro positivo verso tale frutto mostrato da una fascia di consumatori che non solo apparivano ricettivi verso questa importante novità, ma anche disposti a pagare fino a 15.000 lire (la valuta dell'epoca) al chilogrammo per la pitaya."



"Dopo un viaggio in Colombia, nel 1989, volto a studiare i particolari della specie coltivata con criteri industriali – ricorda Cacioppo – ho avviato le prove sperimentali e cominciato a coltivare a Latina e varietà di pitaya gialla e rossa."


Sopra e sotto: frutto di pitaya rossa in sezione. (Foto di Ottavio Cacioppo)



Questi frutti sono stati coltivati in serra non riscaldata con un solo raccolto in autunno per la varietà gialla e due, in estate e in autunno, per la varietà rossa.


La serra in cui si è svolta la coltivazione sperimentale della pitaya nel Lazio nel 1995. (Foto di Ottavio Cacioppo)

"Dopo anni di coltivazione posso dire che la difficoltà maggiore riscontrata è legata all'aborto fiorale."


Sopra e sotto: alcune immagini del fiore di pitaya rossa coltivato a Latina. Questo fiore rimane aperto una sola notte e chiude alle 10:30 del mattino successivo, ora legale. (Foto di Ottavio Cacioppo)



Per aumentare la produzione è infatti necessario aiutarsi con un impollinatore artificiale. Ovviamente, con una serra riscaldata, i frutti prodotti sarebbero stati maggiori ma anche i costi avrebbero richiesto degli incrementi.

Dalla sperimentazione è inoltre emerso che la pianta, protetta in serra dalla pioggia e dal vento, riesce a sopravvivere fino a una temperatura minima di -3 gradi centigradi.


Frutto di pitaya rossa non maturo. (Foto di Ottavio Cacioppo)

A differenza della provincia di Latina, in Colombia si ottengono due raccolti l'anno con una produzione totale di 10 chilogrammi a pianta. Nella provincia pontina invece, in media, la produzione è di 6 kg/pianta.


Frutti di pitaya rossa con buccia rossa e polpa bianca. (Foto di Ottavio Cacioppo)

Nel dettaglio, a Latina si è adottato un sesto d'impianto di 2 metri per 2 al cui interno sono state destinate 250 piante distribuite su 1.000 metri quadrati di serra. La produzione media è stata di 6.000 chilogrammi l'anno.


Frutti della varietà gialla, con buccia gialla e polpa bianca. Si tratta della varietà di pitaya più pregiata. (Foto di Ottavio Cacioppo)


Frutti di pitaya gialla. (Foto di Ottavio Cacioppo)

I prezzi della pitaya sono davvero elevati. In conclusione però, la coltivazione in serra, seppur costosa, è giustificata dalle quotazioni al dettaglio del frutto che possono generare incassi elevati.
“Attualmente - ha spiegato l'agronomo Cacioppo - all'ingrosso la pitaya rossa ha un prezzo di 6,25 euro al Kg mentre la pitaya gialla di 15 euro al Kg.”

Molti dati relativi alla coltivazione sperimentale della pitaya a Latina sono raccolti nel libro di Ottavio Cacioppo "Fico d'India e Pitaya" edito da L'Informatore Agrario nel 1991, mentre i dovuti aggiornamenti sulla materia sono stati presentati nell'aprile 2013, nell'ambito del Convegno ortofrutticolo "Stato dell'arte e della ricerca sulle colture arboree nel Lazio", tenutosi a Viterbo.

Attualmente sono in corso nuove sperimentazioni sulla pitaya rosa (buccia rosa e polpa bianca).

In sintesi le varietà di pitaya sono: gialla, rossa (buccia rossa e polpa bianca), rossa (buccia rossa e polpa rossa), rosa (buccia rosa e polpa bianca).

La copertina e una pagina interna del libro di Ottavio Cacioppo pubblicato nel 1991 da L'informatore Agrario di Verona.

Per maggiori informazioni:
Ottavio Cacioppo
Email: ottaviocacioppo@gmail.com