Volumi e prezzi inferiori per le esportazioni argentine di mele e pere
"Il calo dei volumi di esportazione è in gran parte dovuto a due fattori chiave: la mancanza di mercati disposti a pagare il prezzo necessario per coprire i costi e, in misura minore, la diminuzione della quantità di frutta esportabile a seguito della grandine", ha spiegato la Camera argentina dei frutticoltori integrati (CAFI) in una nota.
Per quanto riguarda i prezzi, anche se il Brasile ha mostrato livelli migliori rispetto allo scorso anno, le esportazioni cilene stanno generando una forte concorrenza in termini di prezzi, con livelli spediti significativamente più bassi. Tuttavia, i mercati d'oltreoceano riflettono prezzi simili a quelli della scorsa stagione.
Con i volumi più bassi delle esportazioni e i prezzi di mercato correnti, la diminuzione del livello dei ricavi di vendita ha superato, alla fine di marzo, i 300 milioni di dollari, secondo i dati della Camera.
Anche se non ci sono ancora stime precise, con una quota del 75% del mercato che ha presentato prezzi pari a quelli dell'anno precedente e costi (in dollari) in aumento tra il 14% e il 17%, l'impatto sulla redditività del settore è molto significativo: soprattutto nelle attività di "price taking" - dove i costi più elevati non possono essere trasferiti - e per via di una concorrenza aggressiva sui prezzi.
D'altra parte, CAFI ha spiegato che diversi eventi accaduti durante la stagione, come il conflitto nel settore dei succhi di frutta che ha generato perdite di milioni di chili di frutta, e gli enormi danni causati dalla grandine in oltre 6.500 ettari di frutteti, hanno peggiorato il quadro della stagione.
Infine, il rapporto riferisce che "nel mese di aprile 2012, l'andamento delle esportazioni ha continuato a mostrare vendite inferiori sia per le mele che per le pere".