Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Una videolezione sul successo di una nazione che esporta in tutto il mondo

Comparto ciliegie: imparare dai più bravi, cioè i cileni

Nuove varietà adatte alle esigenze del mercato, sistemi di allevamento in linea con le richieste delle varietà e tecnologie post raccolta all'avanguardia. sono questi gli ingredienti che hanno reso la produzione di ciliegie in Cile un'industria all'avanguardia nel mondo. E dato che un successo non va invidiato, bensì copiato, ecco una videolezione, organizzata nell'ambito di Macfrut Academy, che può essere illuminante per la filiera.

Clicca qui per vedere gratuitamente la puntata

La puntata è stata realizzata con la consulenza tecnica dell'esperto Stefano Lugli, referente del Salone del Vivaismo a Macfrut 2024. La prossima videolezione porrà i riflettori nel percorso del post raccolta. L'introduzione è a cura del giornalista Maicol Mercuriali.

"Ciliegia cilena, una filiera di successo" è il titolo del ciclo di due puntate che ha posto i riflettori sulla fase di campo intervistando esperti e produttori per un approfondimento a tutto tondo su scelte varietali, tecniche agronomiche, selezione e strategie commerciali.

L'area di produzione delle ciliegie in Cile è passata da 3.200 ettari nel 2000 a 62.000 ettari nel 2022, che diventano 65mila nel 2023. La forza del suo modello è l'export, che veicola quasi il 90% della produzione, passata dalle 103mila tonnellate della campagna 2014/15 alle 415mila nel 2022/23.

"Le prospettive sono di un'ulteriore crescita di ceraseti di circa 2000/2500 ettari all'anno – ha spiegato Carlos Tapia, fondatore e direttore tecnico di Avium, società specializzata nella ricerca e sviluppo per la produzioni di ciliegie – Nell'ultima stagione, che è stata piuttosto difficile, l'export si è aggirato sulle 400mila tonnellate".

Tre i punti di forza del modello cileno: scelta varietale, sistemi di allevamento, tecnologie post raccolta. Così come tre sono le principali tipologie - Lapins, Santina e Regina - che rappresentano quasi l'80% della produzione. Negli ultimi quattro anni, oltre il 50% dei ceraseti piantati sono stati di varietà Santina.

"Le rese sono passate da 7 tonnellate per ettaro a 9,5 ton, grazie alle novità tecnologiche", ha evidenziato sempre Tapia. Grandi novità si sono registrate su due fronti, i portinnesti e i sistemi di impianto: Colt è quello che va per la maggiore, seguito da Gisela12 e MaxMa14. "Queste novità hanno fatto incrementare la densità delle piante per ettaro, oggi arrivata a 1200 alberi, quando sei anni fa erano 900 per ettaro".

La scommessa del Cile è stata quella di "investire in nuove varietà, puntando su un frutto di qualità che desse anche produttività", ha affermato Lorena Pinto, manager Cherry Ana Chile. Tra le varietà maggiormente apprezzate c'è la serie Sweet, un progetto in collaborazione con l'Università di Bologna. Questa cultivar ha trovato in Cile il suo habitat ideale, al punto da sorprendere i produttori locali. Come spiega Andrea Ravaioli, responsabile Knowledge Transfer Office Università di Bologna, "Le ciliegie Sweet dell'Alma Mater sono conosciute in tutto il mondo e hanno raggiunto un'ottima diffusione sul mercato. Sono un esempio di come la ricerca possa avere un impatto concreto al di fuori dell'università".

"Sulla serie Sweet abbiamo compreso il suo potenziale, pur tenendo conto delle differenze climatiche – ha specificato Lorena Pinto - Abbiamo effettuato dei test con i produttori e ci siamo resi conto che compattezza e grado brix ottenuti erano superiori in Cile rispetto a Spagna e Italia. Abbiamo fatto un'analisi nel post raccolta attraverso una spedizione via nave con ottimi risultati. E così nel 2019 abbiamo introdotto commercialmente queste varietà. Attualmente abbiamo ceraseti Sweet Aryana con 1 milione e 200 mila piante, Sweet Lorenz con 134mila piante e Sweet Gabriel a 68mila".

Centrale nella produzione cilena è l'export sul mercato cinese. Juan Pablo Zoffoli docente della Pontificia Università Cattolica del Cile: "Il mercato cinese è molto esigente in fatto di prodotto, ma ha il vantaggio di pagare molto bene la qualità. Non a caso fa una distinzione tra prodotti appartenenti a diversi range qualitativi. Chiede frutti uniformi all'apertura delle casse e questo si ottiene nel post raccolta attraverso interventi di varia natura che interessano il sistema di confezionamento, le linee di calibratura, consistenza e dolcezza del frutto, acidità contenuta, qualità visiva. Parliamo infatti di un frutto che quando viene raccolto in Cile è maturo per il consumo. Ciò significa che la sua shelf life è quasi esaurita al momento del raccolto. Da qui l'importanza di una serie di tecnologie per aumentarne la durata desiderata, soprattutto durante il trasporto".

Per maggiori informazioni: academy@macfrut.com