E' tempo di albicocche vesuviane
Le albicocche vesuviane di distinguono dal punto di vista estetico per la presenza di un sovracolore rosso sfumato o punteggiato sulla base giallo-aranciata della buccia di una buona parte di esse. Sono apprezzate sul mercato per le loro caratteristiche organolettiche, soprattutto per sapidità e dolcezza. La maggior parte è destinata al consumo fresco. Una quota, variabile di anno in anno, viene trasformata in nettari, ossia in succo e polpa, confetture, essiccati e canditi, e in misura molto limitata, in prodotti surgelati e sciroppati.
Con il termine "albicocca vesuviana" si indica un insieme di oltre quaranta diversi biotipi tutti originari dello stesso luogo. I più diffusi sono: Ceccona, Palummella, S. Castrese, Vitillo (foto a lato), Fracasso, Pellecchiella, Boccuccia Liscia, Boccuccia Spinosa e Portici.
Il territorio interessato alla produzione è compreso nei seguenti comuni della provincia di Napoli: Boscotreale, Boscotrecase, Cercola, Ercolano, Massa di Somma, Ottaviano, Pollena Trocchia, Portici, S. Anastasia, S. giorgio a cremano, S. Sebastiano al Vesuvio, S. Giuseppe Vesuviano, Somma Vesuviana, Terzigno, Trecase, Torre Annunziata, Torre del Greco e Nola.
E' nota la particolare fertilità dei terreni, che, essendo di natura vulcanica, sono ricchi di minerali e in particolare di potassio, elemento noto per la sua influenza sulla qualità organolettica dei frutti e dei vegetali in genere, e che, in questo caso contribuisce a conferire alle albicocche un gradevole e caratteristico sapore. Data la variabilità degli elementi che caratterizzano le numerose varietà, si potrebbe generalizzare la loro descrizione definendole come varietà per la maggior parte a maturazione precoce e medio-precoce.
E' in corso di registrazione il marchio IGP presso l'Unione europea con Protezione Transitoria Nazionale.