"I soci conferiscono circa 4000-4500 tonnellate di fragole primaverili - esordisce Anselmi - coltivate su circa 115 ettari. In questi giorni stanno terminando la raccolta. Confermo che la qualità del prodotto è stata buona anche perché il 95% è protetto da tunnel veronesi. Non vi è velleità di anticipare la maturazione, lo scopo è quello di proteggere da brinate, pioggia, grandine. Anzi, a proposito di gelo, le coperture hanno fatto il proprio dovere e nel mese di aprile abbiamo superato la brinata senza problemi e perdite di produzione".
Sul fronte varietale, Eva e Garda rimangono le varietà più rappresentative. Ma la ricerca non si ferma. "Continua la nostra attività di breeding in stretta collaborazione con il Crea di Forlì - continua Anselmi. Vi è una selezione, che per comodità stiamo chiamando Apo1, che in futuro potrebbe rappresentare una valida opportunità. Le caratteristiche che stiamo cercando sono consistenza della polpa, buon sapore e produttività. Occorre trovare il giusto compromesso fra questi caratteri in modo da soddisfare agricoltori, Gdo e consumatori".
Circa il mercato, il direttore sottolinea che Apo Scaligera esporta la metà, o poco più, delle proprie fragole. I mercati di riferimento sono quelli consolidati: Germania, Svizzera, Austria. L'annata è stata regolare anche per l'export grazie al fatto che non ci sono state sovrapposizioni con le produzioni locali.
"Ma le fragole veronesi non sono finite qui - rimarca Anselmi - in quanto abbiamo ancora le produzioni estive e quelle autunnali. Certo, non si tratta di grossi numeri in quanto parliamo, in totale, di un migliaio di tonnellate. Però sono utilissime per rimanere a lungo sui mercati, far 'girare' il nostro marchio e, soprattutto, per le aziende si tratta di una discreta fonte di introiti. Le fragole 'fuori stagione', seppur poche dal punto di vista quantitativo, in genere danno una buona plv".
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