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Kiwi: comparsa di ceppi di Pseudomonas syringae resistenti al rame in actinidieti colpiti dalla batteriosi

Una recente indagine ha consentito di verificare, per la prima volta in Italia, la presenza di ceppi di Pseudomonas syringae pv. actinidiae resistenti al rame in numerosi impianti di actinidia delle cultivar Hayward e Jintao coltivati in aree settentrionali (Veneto, Emilia-Romagna), centrali (Lazio) e meridionali (Campania, Calabria). In tutti gli impianti, in precedenza e nel corso dello studio stesso, era stata accertata, nei tessuti legnosi, la presenza di Psa, noto agente causale della "batteriosi" del kiwi. I sintomi riscontrati a carico degli impianti consistevano in "maculature fogliari" piuttosto estese riscontrabili lungo tutta la stagione primaverile.

Nell'ambito dello stesso studio, ceppi resistenti al rame dello stesso patogeno sono stati isolati anche da piogge insistenti in impianti di actinidia, anche questi infetti da Psa. Negli stessi impianti, tuttavia, lo studio ha consentito di verificare l'assenza di ceppi rame-resistenti di Psa. (Petriccione M., Zampella L., Mastrobuoni F., Scortichini M. 2017. Occurrence of copper-resistant Pseudomonas syringae pv. syringae strains isolated from rain and kiwifruit orchards also infected by P. s. pv. actinidiae. European Journal of Plant Pathology. DOI:10.1007/s10658-017-1246-1)



Va segnalato che in tutte le aziende dove sono stati rinvenuti i ceppi di Pseudomonas syringae resistenti al rame, il controllo della "batteriosi" era stato effettuato, nel corso degli ultimi anni, esclusivamente o prevalentemente con agrofarmaci a base di rame. L'insorgenza di ceppi di Pseudomonas syringae in impianti frutticoli dove la difesa dai patogeni si basa quasi esclusivamente sui presidi rameici è un fenomeno piuttosto diffuso in tutto il mondo. Infatti, dagli Stati Uniti, alla Nuova Zelanda nonché in Europa e in Italia, la presenza di popolazioni rame-resistente di tale batterio è stata ripetutamente segnalata in impianti di ciliegio, pesco, mirtillo e mango. Inoltre, va ricordata la recente segnalazione di ceppi di Psa resistenti al rame frequentemente isolati (25% del totale dei ceppi isolati) in Nuova Zelanda.

L'acquisizione e la distribuzione tra i vari ceppi di un batterio di tratti genetici che conferiscono la resistenza al rame, è dovuta a cosiddetti meccanismi di "trasferimento genico orizzontale", attraverso i quali, ceppi batterici anche lontani da un punto di vista tassonomico ma che condividono la stessa nicchia ecologica, possono scambiarsi porzioni del genoma che contengono i geni della resistenza a vari metalli, tra cui il rame. Tale meccanismo è stato confermato anche nel recente studio neozelandese effettuato su Psa. Una volta acquisita la resistenza al rame, i successivi trattamenti con tale metallo risultano inefficaci.

Lo studio ha anche permesso di accertare, mediante real-time PCR, una sorta di "collaborazione" tra ceppi di Pseudomonas syringae pv. actinidiae resistenti al rame e i "normali" ceppi di Psa. Infatti, quando inoculati contemporaneamente nel picciolo, i due patogeni, durante la loro migrazione sistemica all'interno della foglia, hanno raggiunto un livello di concentrazione superiore di quando inoculati singolarmente. Tale dato apre nuovi scenari nell'ecologia microbica dei batteri patogeni per le piante, in quanto è plausibile che popolazioni diverse di uno o più microrganismi possano cooperare nella conquista della loro nicchia che, per Psa, è l'interno della pianta. Anche la possibile relazione tra presenza di ceppi resistenti al rame, gelate e sintomi rilevabili nella primavera successiva a carico degli actinidieti merita un approfondimento.

Da un punto di vista della difesa dell'actinidia nei confronti della "batteriosi" causata da Psa, ne consegue che l'utilizzo dei presidi rameici va effettuato in maniera oculata e senza esagerare, in modo da ridurre negli ambienti di coltivazione l'ulteriore insorgenza di popolazioni batteriche resistenti. In parallelo, l'individuazione di nuove molecole e/o composti con proprietà battericide e, nel contempo, del tutto sostenibili per l'ambiente e per l'uomo, è quanto mai auspicabile.

Per maggiori informazioni:
CREA-Centro di ricerca per la Frutticoltura e l'Agrumicoltura
Via di Fioranello, 52
00134 Roma
Tel.: (+39) 06 79348102
Fax: (+39) 06 79340158
Marco Scortichini
Email: marco.scortichini@crea.gov.it
Data di pubblicazione: