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Il mercato della frutta in Italia

Nelle ultime settimane il mercato ha visto l'esordio di prodotti tipici della stagione primaverile come fragole, meloni e ciliegie che hanno spezzato la monotonia di un'offerta caratterizzata negli ultimi mesi dalla presenza di agrumi, mele, pere e kiwi.

Per quanto concerne le quotazioni della fase all'origine, il termometro del mercato è dato dall'indice prezzi di Ismea. A partire dal mese di giugno 2016, l'indice mostra una ripresa delle quotazioni su base annua. La tendenza positiva è da ricondurre prevalentemente all'andamento di mercato del kiwi Hayward e di alcune varietà di mele e pere che hanno registrato prezzi all'origine superiori rispetto all'anno precedente.

L'ultimo dato, relativo al mese di aprile 2017 evidenzia una diminuzione dell'indice dei prezzi, sia su base mensile sia annua, a causa del raffreddamento dei listini medi all'origine ed in particolare di quelli di fragole e mele. Di contro, meloni, pere e kiwi hanno registrato incrementi su base tendenziale.



Mele
Secondo quanto comunicato recentemente da Assomela, dalla partenza della stagione commerciale alla fine di marzo sono state vendute complessivamente 1.332.071 tonnellate di mele. Si tratta di un quantitativo leggermente superiore alla campagna 2015/16. Le vendite sono perfettamente in linea con i programmi di decumulo e hanno consentito agli stock di attestarsi sui livelli più bassi delle ultime campagne.

Sul fronte dei listini, le maggiori difficoltà sono state riscontrate dalle varietà Stark, Golden e Fuji, mentre per Granny, Morgenduft e Annurca il confronto su base annua risulta positivo. A fine aprile è stato registrato un rialzo delle quotazioni medie che è da ricondurre esclusivamente all'incremento sulla piazza di Trento dove sono stati immessi minori quantitativi di prodotto. Le minori quantità esitate unitamente ad una costante richiesta hanno permesso alla merce di essere rapidamente scambiata. Negli altri areali produttivi l'andamento delle vendite - sia sotto il profilo degli scambi sia delle quotazioni - è rimasto stabile.


Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat - Clicca qui per un ingrandimento dell'immagine.

Per quanto concerne le esportazioni di mele, nel periodo agosto 2016-gennaio 2017 si registra un nuovo record sia in termini di quantità esportate, oltre 557mila tonnellate, +2,9% rispetto allo stesso periodo della campagna 2015/16, sia in termini di introiti, circa 445 milioni di euro, +2,9% sempre su base annua. I listini medi sono rimasti invariati, infatti, tra agosto 2016 e gennaio 2017 si sono attestati a 0,80 euro/kg ossia lo stesso valore registrato nell'identico periodo della campagna precedente.

Pere
La campagna di commercializzazione delle pere volge a termine. Nelle ultime settimane l'offerta è rappresentata esclusivamente dalla varietà Conference. Un adeguato profilo qualitativo, unitamente a una costante attività della domanda, ha permesso alla merce di essere regolarmente collocata. I prezzi nel complesso hanno mostrato una tendenza al rialzo.


Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat - Clicca qui per un ingrandimento dell'immagine.

Per quanto concerne le esportazioni di pere dell'Italia, nel periodo agosto 2016-gennaio 2017, in termini di quantità, le spedizioni si sono attestate a circa 97.000 tonnellate, ossia sui livelli minimi dell'ultimo triennio. In termini di introiti l'attuale campagna si posiziona su livelli leggermente superiori al 2015/16, grazie a listini medi superiori del 10%.

Kiwi
La campagna di commercializzazione del kiwi è giunta alle ultime battute. Nelle ultime settimane le disponibilità sono risultate piuttosto contenute e il collocamento è avvenuto in maniera agevole. Sotto il profilo delle quotazioni, i listini hanno teso al rialzo sulle piazze di Cuneo, Ravenna e Verona a fronte di una offerta ormai in esaurimento cui è corrisposta una migliore attività della domanda.


Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat - Clicca qui per un ingrandimento dell'immagine.

Nel periodo settembre 2016-gennaio 2017, le spedizioni di kiwi si sono attestate a circa 181mila tonnellate, ossia su livelli inferiori a quelli delle ultime campagne. Gli introiti sono cresciuti del 9% grazie all'aumento dei listini medi del 12%.

Uva da tavola
Per quanto riguarda le uve da tavola è possibile tracciare un primo consuntivo delle esportazioni della campagna 2016. I dati Istat evidenziano come le spedizioni di uve da tavola sono ammontate a circa 475mila tonnellate con un aumento del 2,7% rispetto al 2015. In particolare, si tratta dei volumi più elevati registrati nell'ultimo triennio. Gli incassi relativi alle spedizioni hanno raggiunto il valore record di 660 milioni di euro, +3,7% su base annua, anche grazie ad un piccolo apprezzamento dei listini medi (+1%).


Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat - Clicca qui per un ingrandimento dell'immagine.

I mercati europei si confermano i principali sbocchi delle uve italiane, mentre le spedizioni verso i paesi extra-UE hanno segnato una battuta d'arresto sia in quantità (-3%) sia in valore (-6%). I primi tre mercati si confermano Germania, Francia e Svizzera. Nel 2016 tutti e tre questi paesi hanno mostrato incrementi sia in termini di volumi sia di valore. Al quarto posto troviamo la Spagna che registra una flessione delle importazioni di uve italiane, mentre tra gli sbocchi extra-UE, oltre alla Svizzera, si segnalano gli Emirati Arabi Uniti all'ottavo posto e l'Arabia Saudita in dodicesima posizione, ma entrambi questi paesi hanno evidenziato brusco calo delle importazioni di uve italiane.
Data di pubblicazione: