Prima spedizione di kiwi Zespri della stagione verso la Cina
Il capitano della Adonis, Bernardo D. Ocampo, con parte della prima spedizione di kiwi della stagione.
Simon Limmer, chief operating officer di Zespri, ha spiegato che il settore della Nuova Zelanda prevede un'altra stagione forte, con la continua crescita dei volumi di Sungold poiché sempre più impianti sono entrati in piena produzione, e volumi di Green in leggero calo rispetto al record dello scorso anno, per via delle condizioni meteorologiche durante la stagione di coltivazione 2016.
"Stiamo registrando la seconda più grande raccolta nella nostra storia e i frutti sulle piante sono del calibro adeguato, con buoni livelli gustativi".
Il presidente del settore Global Sales & Marketing di Zespri, Dan Mathieson ha dichiarato che dal punto di vista commerciale, le squadre Zespri di tutto il mondo sono pronte a dare il via programmi di vendita e marketing in 59 Paesi dove i kiwi Zespri premium saranno venduti quest'anno.
La prima delle 46 navi reefer provenienti dalla Nuova Zelanda partirà alla volta della Cina quest'anno, rompendo quindi la tradizione del Giappone.
"Questo segna la crescente importanza del mercato cinese per il settore - ha detto Mathieson - Cina e Giappone rappresentano attualmente i due più grandi mercati del mondo".
Tenere il passo con la tecnologia è la più grande sfida
Come riporta stuff.co.nz, secondo l'amministratore delegato della Zespri Lain Jager, la più grande che la multinazionale possa affrontare non è legata a fitopatie, ma al tenere il passo con la tecnologia in rapida evoluzione.
Zespri spende l'1,5% del reddito netto delle vendite in innovazione. Circa il 20% del budget aziendale dedicato a innovazione viene destinato a nuove tecnologie.
Un'innovazione Zespri mira a creare una app per i consumatori cinesi che consenta loro di eseguire la scansione dell'imballaggio del kiwi per verificare se si tratta di frutti Zespri o meno.
Secondo quanto dichiarato da Jager, in termini di innovazione le aree chiave della multinazionale sono la robotica e l'orticoltura di precisione, perché la Nuova Zelanda ha elevati costi di lavoro.