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Kiwi italiani: gennaio 2017 e' stato un mese cruciale per l'intonazione del mercato

FreshPlaza ha interpellato un operatore commerciale per fare il punto sulla situazione relativa al commercio del kiwi di produzione italiana.

La richiesta è risultata attiva nel mese di gennaio, sicché partendo da un -22% di produzione totale rispetto al raccolto 2015, al 31/1/2017 le giacenze sono risultate inferiori del 28-30% circa rispetto alla stessa data del 2016 (ampliando quindi il gap rispetto 2016).

Il freddo intenso registrato, a cominciare dalla prima settimana di gennaio, in buona parte dei paesi europei e in Italia, ha come di consuetudine aumentato il consumo di agrumi e di kiwi. Il primo paese ad accelerare e trainare la richiesta di kiwi è stata proprio l'Italia, complice anche la carenza di arance per via degli effetti del CTV-Citrus Tristeza Virus e del maltempo in alcune regioni del Sud Italia

A beneficiarne sono stati per primi i calibri maggiori di kiwi (graditi sul mercato nazionale); successivamente seguiti dagli altri calibri in tutta Europa, anche per l'effetto di promozioni di molte catene nord europee.

La domanda oltremare (come previsto e atteso) è ripresa bene, soprattutto per i calibri grossi (richiesta proveniente da Asia e Australia), ma le attività di esportazione dovrebbero decelerare ancora, in relazione a una maggiore domanda europea (prevedibile da marzo in poi) e concludere le spedizioni oltremare presumibilmente prima di quanto accaduto nel 2016.

Sul mercato europeo continua la presenza di merce greca, che, vista la buona richiesta, ha diminuito il gap di prezzo di novembre e dicembre rispetto alle quotazioni italiane, anche perché gli stock greci cominciano a essere detenuti dalle aziende più strutturate. Come previsto e sperato, quindi, gennaio è stato un mese cruciale per l'indirizzo e il risultato finale della campagna kiwi 2016/17, e si sono create le condizioni per una prosecuzione positiva dell'attività.

Al momento, la buona domanda si è tradotta in limitati aumenti di prezzo, ma gli stock - come detto prima inferiori di circa il 28-30% rispetto al 2016 - hanno costituito la prima "base" per auspicabili aumenti di prezzo per tutto febbraio e poi prepararsi/programmare possibili ulteriori aumenti di prezzo nel mese di marzo e aprile.

In particolare si auspica che il mese di marzo 2017 (complici le minori quantità disponibili da Grecia e Piemonte) possa consentire di valorizzare di più il prodotto e prepararsi alle promozioni pre pasquali con ulteriori aumenti (soprattutto nei calibri elevati) più che proporzionali rispetto a quelli ottenuti nell'ultima parte di gennaio 2017. Intonazione e aspettative di mercato sono quindi orientate a un cauto ottimismo.