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Pallets e containers: linee guida per una corretta gestione fitosanitaria

I pallet e i container, oltre a essere indispensabili, possono trasformarsi in "untori", cioè trasmettitori di malattie. Con la globalizzazione, questo rischio è sempre più sentito e il Servizio fitosanitario nazionale, seguito a cascata quelli regionali, si sta muovendo per limitare i rischi. Nei giorni scorsi è stato pubblicato un vademecum: le Linee guida alla mitigazione del rischio fitosanitario dei pallet e dei container.

Clicca qui per leggere il documento ufficiale

Queste costituiscono un primo documento utile per fornire supporto agli operatori per l'applicazione di buone prassi fitosanitarie per la movimentazione intra-comunitaria e internazionale delle merci, con particolare riferimento alle modalità di gestione dei pallet e dei container nelle fasi che precedono la spedizione.



L'uso di pallet e container ha consentito lo sviluppo del commercio internazionale e la globalizzazione dei mercati; tuttavia questi strumenti possono costituire un via di diffusione di organismi nocivi per agricoltura, biodiversità, ambiente e consumatori. Il rischio è elevato, se si considera che a livello globale vengono effettuati circa 527 milioni di trasporti via mare su container ogni anno.

Tutto ruota attorno ai controlli, che devono essere mirati. Così come nell'alimentare serve il piano di autocontrollo, anche per i pallet occorre organizzarsi per limitare al massimo i rischi che, come si sa, non possono essere azzerati; però ci si può avvicinare a una tolleranza accettabile.


Foto d'archivio

Gli imballaggi in legno devono essere registrati e occorre conoscerne la provenienza. Occorre effettuare ispezioni a campione al momento del ricevimento e i controlli devono essere eseguiti da personale esperto. In caso di dubbio, se si notano segni di infestazione (fori, erosioni da roditori) è bene contattare il Servizio fitosanitario.

Il secondo piano di controllo è relativo alle aree di stoccaggio pre-carico. Si limitano molti problemi se l'area di carico è in asfalto o cemento o, comunque, collocata su una superficie facilmente lavabile.

Terza fase dei controlli, durante il precarico e il carico. Anche i residui del carico precedente, sia sui pallet che sui container, deve essere visto come un campanello d'allarme. Può sembrare una banalità, ma se si vuole lavorare bene tutte queste fasi andrebbero completate durante il giorno. Di notte non si controlla nulla, tanto meno la presenza di insetti o funghi. Gli eventuali trattamenti fitosanitari vanno concordati con il Servizio ufficiale.

Per cercare di tutelarsi, può essere utile una documentazione fotografica che attesti l'idoneità del supporto alla partenza. Questo perché la presenza di organismi nocivi può determinare il respingimento della merce presso i punti di entrata dei Paesi importatori (intercettazioni), con conseguenti danni economici per gli operatori. In molti casi, difatti, le intercettazioni sono dovute al rilevamento di "organismi nocivi contaminanti", ovvero organismi che non sono direttamente ricollegabili al bene oggetto di esportazione e che vengono rilevati in partite della più disparata natura (imballaggi, container, piastrelle, macchine agricole, vegetali).