Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Si lavora alacremente a una soluzione

Grande incertezza per l'export italiano di drupacee, kiwi e uva da tavola in Canada

Mentre da più parti si celebrava l'apertura - anzi riapertura dopo alcuni anni - del mercato canadese per le uve da tavola di produzione italiana, sembra che le cose si siano improvvisamente complicate, e non solo per questo prodotto. In primo luogo, i requisiti vigenti al momento sono talmente rigidi da risultare di difficile applicazione per i potenziali esportatori italiani; per giunta, nel frattempo si sono alzati i paletti anche per le spedizioni verso il Canada di drupacee e kiwi.

La materia del contendere, nel caso di drupacee e kiwi, è rappresentata dalla tignoletta dell'uva o della vite (Lobesia botrana), di cui pare però non siano emerse rilevazioni in alcun carico di frutta spedito dall'Italia. Dal mese di luglio 2016, tuttavia, il Canada ha richiesto al nostro paese nuove misure preventive per scongiurare il rischio di diffusione della tignoletta; misure che risultano di ardua applicazione, come la fumigazione, o nuove procedure documentali da parte dei Servizi fitosanitari o la definizione di zone indenni dalla Lobesia botrana (che al momento non esistono).

Secondo fonti autorevoli, il Ministero delle Politiche Agricole sta lavorando alacremente a una soluzione, che si confida di poter raggiungere in tempo utile per la prossima campagna del kiwi; più difficile invece che possa intervenire con riguardo all'export di susine. .

Fortunatamente, al momento nulla cambia invece per le spedizioni di mele, pere e agrumi italiani verso il Canada.

Quello che rimane per ora senza risposta è quale motivazione abbia determinato questa nuova, delicata, fase interlocutoria tra l'Italia e il Canada.Il clima è comunque di grande incertezza.